Lo rivela lo studio, pubblicato su Cardiovascular Research, condotto dai ricercatori dell'Irccs San Raffaele di Roma con l'Università di Roma La Sapienza e l'Università di Napoli Federico II
L'aumento del rischio cardiovascolare nei pazienti Covid-19 potrebbe essere esteso per anni e non limitato alla fase acuta dell'infezione. Sono questi i risultati dello studio, pubblicato su Cardiovascular Research, condotto dai ricercatori dell'Irccs San Raffaele di Roma in collaborazione con l'Università di Roma La Sapienza e l'Università di Napoli Federico II. Numerosi studi precedenti hanno dimostrato, su un numero limitato di soggetti ospedalizzati, che l'infezione da SarsCoV2 è molto spesso associata allo sviluppo di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari.
"I risultati hanno dimostrato che il gruppo infettato dal virus del Covid -19 ha avuto circa il doppio dei casi di infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi. Un rischio maggiore che nella popolazione affetta da Covid-19 si protrae per almeno 3 anni. La rilevante ricaduta clinica e sociale impone quindi un'attenzione particolare nei confronti dei soggetti colpiti dal Covid-19 che devono essere seguiti nel tempo, per il possibile sviluppo di malattie cardiovascolari", spiega Massimo Volpe, Responsabile del Centro per la Diagnosi e Cura dell'Ipertensione Arteriosa e delle Complicanze Cardiovascolari dell'IRCCS San Raffaele e tra i firmatari dello studio. Il lavoro scientifico invita quindi alla pianificazione di un follow-up più lungo per i pazienti affetti da Covid-19, al fine di prevenire e gestire tempestivamente il potenziale verificarsi di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari.
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