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Nipoti orfani, pensioni anche ai maggiorenni inabili

Previdenza Redazione DottNet | 13/06/2024 16:16

L’Inps con una recente circolare (la n. 64 del 7 maggio scorso) ha esteso il beneficio, prima circoscritto ai nipoti minorenni, anche ai nipoti maggiorenni inabili e a carico

Tra i beneficiari della pensione a superstiti (indirette e di reversibilità) si allarga la categoria dei nipoti viventi a carico dei nonni al momento del decesso di questi ultimi: l’Inps con una recente circolare (la n. 64 del 7 maggio scorso) ha esteso il beneficio, prima circoscritto ai nipoti minorenni, anche ai nipoti maggiorenni inabili e a carico.

Il principio dell’inclusione era stato affermato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 88 del 2022. Nello specifico, la Consulta aveva testualmente dichiarato che "nel quadro normativo risultante dalla richiamata sentenza n. 180 del 1999, il rapporto di parentela tra l’ascendente e il nipote maggiorenne, orfano e inabile al lavoro, subisce un trattamento irragionevolmente deteriore rispetto a quello con il nipote minorenne [.

..] La relazione appare in tutto e per tutto assimilabile a quella che si instaura tra ascendente e nipote minore di età, per essere comuni ai due tipi di rapporto la condizione di minorata capacità del secondo e la vivenza a carico del primo al momento del decesso di questo. È illogico, e ingiustamente discriminatorio, che i soli nipoti orfani maggiorenni e inabili al lavoro viventi a carico del de cuius siano esclusi dal godimento del trattamento pensionistico dello stesso, pur versando in una condizione di bisogno e di fragilità particolarmente accentuata: tant'è che ad essi è riconosciuto il medesimo trattamento di reversibilità in caso di sopravvivenza ai genitori, proprio perché non in grado di procurarsi un reddito a cagione della predetta condizione".

Ma in pratica come fare ad accedere alla prestazione dovuta? Il medico che ha nipoti inabili a carico dovrà innanzitutto tenere da parte la documentazione certificativa della condizione di inabilità del nipote (verbale di inabilità rilasciato dalla specifica Commissione dell’Inps), mentre, per quanto riguarda la vivenza a carico, possono essere innanzitutto richiamate le dichiarazioni dei redditi antecedenti al decesso in cui il nipote risulta a carico fiscale. Tuttavia, quand’anche il carico fiscale non potesse essere dimostrato, è la stessa Inps a precisare che, fermo restando l’accertamento della non autosufficienza economica, deve essere dimostrato il mantenimento abituale da parte dell’ascendente in caso di non convivenza. Possono dunque essere utilizzate le dichiarazioni ISEE del nucleo comprendente l’inabile, unite con la documentazione comprovante l’erogazione continua, da parte del nonno, di somme destinate alla sussistenza del nipote.

E riguardo ai medici con pensione Enpam come bisogna regolarsi? Anche se non risultano decisioni specifiche da parte della Fondazione, è lecito ritenere che saranno applicati gli stessi principi dell’Inps. Da ricordare, però, che per Enpam non ha valore l’inabilità civile dell’Inps, per cui il riconoscimento dello status di inabile del nipote dovrà essere richiesto all’Ordine di iscrizione del nonno medico, che sottoporrà l’interessato ad una visita della competente Commissione provinciale.

Nella sua Circolare l’Inps fa presente che il diritto a pensione del nipote inabile è diretto ed immediato: questo significa che vanno rideterminate, se necessario, tutte le altre pensioni del nucleo. Per esempio, se per effetto del decesso del medico, avrebbe avuto diritto a pensione il fratello inabile e a carico (categoria subordinata, che ha diritto a pensione solo in assenza di coniuge e figli), quest’ultimo perderà la pensione a vantaggio del nipote inabile. Stesso discorso anche per l’Enpam, dove si deve mettere in conto anche una riduzione della percentuale di pensione dell’eventuale coniuge superstite, che scende dal 70 al 60% in caso di concorso con altri aventi diritto.

L’Inps precisa infine che le domande già respinte ai sensi della norma dichiarata incostituzionale devono essere riesaminate, a richiesta degli interessati, sempreché il diritto non sia stato negato con sentenza passata in giudicato. Il trattamento pensionistico verrà riconosciuto con l’ordinaria decorrenza, nei limiti della prescrizione e della decadenza.

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