A rischio anche soggetti normopeso con troppo grasso viscerale
Diabete adiposo' o 'diabete lipotossico'. Questa, per Paolo Sbraccia (nella foto), direttore Uoc di medicina interna e centro Obesità al Policlinico Tor Vergata, è la definizione più appropriata per il diabete di tipo 2, dove è ormai assodato come l'insulino-resistenza non sia un difetto primario, ma si sviluppi a causa dell'aumento della massa grassa. "Credo che sia tempo di passare a utilizzare una classificazione patogenetica", afferma Sbraccia nel corso del 30° Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia in corso a Rimini. Colpevole il tessuto adiposo 'disfunzionale': "Questo concetto supera la tradizionale dicotomia tra soggetti magri e obesi, dimostrando come anche individui normopeso possano essere a rischio se presentano un'eccessiva quantità di grasso viscerale", sottolinea Angelo Avogaro, presidente Sid.
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Studio, aumenta la regolazione degli zuccheri a lungo termine
L'impatto stimato con questa nuova categoria di medicinali che passa alle farmacie è di circa 350-400 milioni di euro
Candido: "I dati degli Annali Amd rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico"
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
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In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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