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Smi, sentenza della Corte Costituzionale: La salute deve essere garantita, non tagliata

Sindacato Redazione DottNet | 09/12/2024 11:22

"Con questa sentenza si stabilisce che lo Stato non può arrogarsi il diritto di tagliare risorse destinate alla sanità nemmeno nel caso in cui le Regioni non abbiano versato la propria quota del contributo alla finanza pubblica"

"Siamo molto soddisfatti del contenuto della sentenza 195/2024 della Corte Costituzionale,  depositata  in questi giorni, che   stabilisce  una chiara  clausola di garanzia per la sanità. La Corte ha  sancito il principio che la tutela della salute non può essere subordinata a logiche contabili,  ma deve essere ritenuta  funzionale a garantire il diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione", così Pina Onotri, Segretario Generale dello SMI. Il sottofinanziamento del settore sanitario dura da oltre dieci anni e ha  causato la progressiva carenza di personale sanitario, determinando l’incapacità di ridurre le diseguaglianze e l’inevitabile avanzata del privato, con la progressiva erosione del diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare nelle Regioni del Sud. 

"Con questa sentenza si stabilisce che lo Stato non può arrogarsi il diritto di tagliare risorse destinate alla sanità nemmeno nel caso in cui le Regioni non abbiano versato la propria quota del contributo alla finanza pubblica. La Parte Pubblica deve invertireb in sanità, dicendo basta ai tagli. In Italia   - continua Onotri - mancano medici e la politica dei tagli alla  sanità ne  ha  condizionato molto il lavoro con gli stipendi al di sotto della media europea.  Mancanza di tutele e burocrazia, sono le criticità emergenti". Il Sindacato Medici Italiani ha  promosso una petizione pubblica, che ha raccolto, fino adesso,  14000 firme, in pochi giorni, per sburocratizzare la medicina generale, per valorizzare la telemedicina per le visite a distanza  per le certificazioni INPS e l’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia. Il soddisfacimento dei bisogni di salute non può  essere considerato  una delle tante  voci del  conto economico  dello Stato ma un investimento  per il benessere di tutti gli italiani", conclude Onotri.

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