Nel loro importante manoscritto pubblicato sul Journal of American College of Cardiology, Gyldenkerne C. et al. riportano i risultati di un ampio studio combinato caso-controllo e di coorte condotto utilizzando i dati del registro sanitario danese
Nel loro importante manoscritto pubblicato sul Journal of American College of Cardiology, Gyldenkerne C. et al. riportano i risultati di un ampio studio combinato caso-controllo e di coorte condotto utilizzando i dati del registro sanitario danese. I risultati hanno mostrato che esiste un rischio raddoppiato di eventi di malattie cardiovascolari già 30 anni prima della diagnosi di diabete di tipo 2 [1]. Questo risultato è estremamente interessante ma non inaspettato. È infatti ben noto e descritto da una vasta letteratura che l'iperinsulinemia associata all'insulino-resistenza può precedere di diversi anni lo sviluppo del diabete di tipo 2 [2,3]. Allora perché ci riferiamo sempre al diabete, quando sappiamo che la causa principale del diabete, l’insulino-resistenza con associata iperinsulinemia, precede il diabete di molti anni e potrebbe essere sottoposta a screening?
È noto che l’iperinsulinemia cronica associata all’insulino-resistenza, come altri ormoni in eccesso, può essere estremamente dannosa per il sistema cardiovascolare. L'iperinsulinemia da insulino-resistenza produce un'alterazione dell'omeostasi vascolare, attraverso un aumento della secrezione di endotelina-1 a scapito di una ridotta secrezione di ossido nitrico a livello vascolare, un aumento dell'attività del sistema simpatico, un aumento del riassorbimento di sodio a livello dei tubuli renali, che a loro volta determinano: 1.
Prof.Serafino Fazio (già Professore di Medicina Interna presso l'Università Federico II di Napoli)
Dr. Flora Affuso PhD, specialista in Geriatria
Bibliografia
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