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Emergenza malaria: 2,2 miliardi di contagi e 13,5 milioni di morti. Foad Aodi: “Serve una strategia globale. L’indifferenza uccide quanto il batterio”

Infettivologia Redazione DottNet | 28/04/2025 13:20

“Il 95% dei morti avvengono in Africa, di questi il 94% sono bambini sotto i 5 anni. Non basta parlare, bisogna agire con campagne, diagnosi e prevenzione”

La malaria continua a causare una strage silenziosa che il mondo ignora o sottovaluta. A lanciare l’allarme è il Prof. Foad Aodi, medico e docente all'Università di Tor Vergata. "Dal 2000 a oggi si sono registrati più di 2,2 miliardi di contagi e oltre 13 milioni e 500mila morti di malaria, con il 95% dei decessi concentrato in Africa", denuncia Aodi. "Una tragedia sanitaria, sociale e umana di dimensioni gigantesche, che continua a colpire nel silenzio". La fascia più vulnerabile sono i bambini. "Il 74,8% dei pazienti sono bambini sotto i 5 anni, e il 94% delle vittime sono sempre bambini sotto i 5 anni. È una vera emergenza che non può più essere ignorata", aggiunge.

Europa: rischi crescenti legati ai viaggi internazionali

Anche l'Europa non è immune dal fenomeno.
"Il 99,8% dei contagiati in Europa sono persone che hanno viaggiato in aree tropicali", spiega Aodi.
"È fondamentale rafforzare la prevenzione alimentare, garantire l’accesso ad acqua potabile sicura, contrastare l’inquinamento atmosferico e intensificare i programmi vaccinali, soprattutto per i bambini al di sotto dei cinque anni". Nel 2022 si sono registrati "oltre 6.600 casi di contagio in Europa", sottolinea. "Questi dati ci devono far riflettere: nessun continente è isolato dai problemi globali".

La forza dell'informazione: campagne e media internazionali

Da anni il Prof. Aodi è impegnato come esperto della salute globale attraverso convegni internazionali e partecipazioni a programmi TV e radio satellitari. "Le campagne di informazione sono essenziali. Continuano le mie interviste e gli interventi internazionali, con l’obiettivo di sensibilizzare sia le popolazioni sia i professionisti della salute", racconta. Da qui nasce l’appello ad AMSI, UMEM, AISC_NEWS e Uniti per Unire:
"È indispensabile intensificare il nostro impegno nelle campagne informative, coinvolgendo gli esperti delle nostre associazioni e i nostri rappresentanti attivi in oltre 120 Paesi, compresa l’Africa". "Serve un’informazione corretta, capillare e accessibile. L'informazione è il primo vaccino contro l'indifferenza".

I paesi ricchi devono aiutare i paesi poveri: il monito di Aodi

Il Prof. Aodi lancia un messaggio forte: "I Paesi ricchi devono aiutare i Paesi poveri, come ci ha insegnato la pandemia. Non basta inviare aiuti una tantum: bisogna costruire strumenti di diagnosi precoce, formare medici esperti e rafforzare i sistemi sanitari".

Nel campo della malaria, Aodi ricorda dati spesso ignorati:
"Esistono oltre 400 specie di zanzare che possono trasmettere agenti patogeni, ma solo 60 specie sono effettivamente in grado di trasmettere la malaria all’uomo. Nonostante questo, milioni di persone continuano a morire o ad ammalarsi gravemente senza nemmeno una diagnosi tempestiva". "Tanti contagiati non sanno in tempo reale di essere malati, e purtroppo tanti muoiono senza nemmeno aver ricevuto una diagnosi precisa", continua Aodi. "Mancano strumenti diagnostici, strutture adeguate e medici esperti in queste patologie nei contesti più fragili".

Proposte operative di AMSI, UMEM, Uniti per Unire e AISC

Aodi rilancia la proposta di costruire un piano globale articolato su:

    • Diagnosi precoce diffusa in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina.
    • Formazione specifica di personale medico e paramedico locale.
    • Accesso gratuito ai vaccini, in particolare ai vaccini contro la malaria e altre infezioni tropicali che colpiscono i bambini e le donne in gravidanza.
    • Campagne educative sul trattamento dell’acqua, sull’igiene alimentare , sull’ambiente e sull'educazione sanitaria.
    • Collaborazione internazionale strutturata tra istituzioni, associazioni sanitarie, università e media
    • Scambio delle buone pratiche 
    • Un'azione unitaria e concreta per combattere le pandemie e le endemie e non bastano solo annunci 

"Bisogna agire su più fronti contemporaneamente: sanità, informazione, educazione ambientale e cooperazione internazionale", sostiene.

Conclusione: la salute come diritto umano universale

"La lotta contro la malaria non è solo una battaglia sanitaria", conclude Aodi.
"È una questione di giustizia sociale e di diritti umani. Ogni bambino che muore senza accesso all’acqua pulita è una sconfitta per tutta l’umanità. Ogni focolaio ignorato è un colpo alla dignità umana".

"Non possiamo più permetterci il lusso dell’indifferenza. L’indifferenza uccide quanto il batterio. Agiamo ora, senza esitazioni".

Riepilogo manifesto sulla salute globale 

In Europa mancano attualmente 1,4 milioni di operatori sanitari, con un deficit che potrebbe raggiungere i 4,3 milioni entro il 2030.

In Africa subsahariana, in alcune regioni c’è meno di 1 medico o infermiere ogni 10.000 abitanti

Ogni paziente in più per infermiere aumenta la mortalità intraospedaliera del 7%.

La mortalità intraospedaliera in ospedali con carenza di personale supera i 1.000 decessi ogni 100.000 abitanti.

Ogni giorno di carenza di infermieri porta a un aumento del 9,2% della mortalità ospedaliera.

Le Americhe dispongono del 37% della forza lavoro sanitaria globale, ma solo del 10% del carico di malattie.

L’Africa subsahariana affronta il 24% del carico globale di malattie con appena il 3% della forza lavoro sanitaria.

Conclusioni "Investire in risorse umane e infrastrutture sanitarie è una priorità globale", conclude il prof. Aodi. "Solo con una cooperazione internazionale e politiche sanitarie lungimiranti possiamo garantire il diritto alla salute per tutti. più garantito il diritto alla salute e la prevenzione ed i servizi sanitari nei paesi poveri più garantita anche la salute dei cittadini nei paesi ricchi"

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