Burioni: "Rispondere da soli a una pandemia non è proprio possibile". Sltl: "decisione sorprendente". SiVeMp: "E' un atto di irresponsabilità che condanna l’Italia a un ruolo marginale"
"La decisione del governo è molto grave, perché nel malaugurato caso che dovesse esserci una pandemia, cosa che noi tutti ci auguriamo non avvenga, è fondamentale farsi trovare preparati. E rispondere da soli non è proprio possibile. Una volta si parlava di 'giro del mondo in 80 giorni', ora si fa in 80 ore. L'abbiamo visto col Covid, che ci ha messo appena due settimane ad arrivare qui da noi dalla Cina. Ormai il nostro pianeta è un villaggio globale". Lo ha detto Roberto Burioni, immunologo del San Raffaele di Milano, intervistato da La Repubblica in merito alla decisione italiana di non votare il nuovo patto sulle pandemie dell'Oms. Sulle motivazioni del governo, che ha parlato all'Oms di sovranità degli Stati nella gestione della sanità, Burioni replica: "La sovranità è un concetto politico, sul quale si può essere d'accordo o meno, e io rispetto chi ha quella visione. Ma i virus non lo riconoscono, i virus non sono nazionalisti, non si bloccano alla frontiera". Per l'immunologo "è sbagliato dare una risposta politica a un'emergenza biologica. Quando si parla di salute è così: l'antibiotico non è sovranista o di sinistra o altro. Serve per curare un malato". Quella dell'astensione, afferma Burioni, "mi pare una posizione che non appartiene a un medico di grandissimo prestigio e valore come il nostro ministro della Sanità Orazio Schillaci. Però all'interno della maggioranza ci sono diversi esponenti importanti che propagandano bugie scientifiche pericolose, contro i vaccini e altro".
La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) esprime stupore e perplessità in merito alla decisione dell’Italia di astenersi dal voto sul Patto pandemico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, approvato a Ginevra.
"L’Italia si è astenuta di fronte al primo accordo globale per prevenire e affrontare future pandemie. Non ha votato contro: ha scelto di non scegliere, di non esserci, di tirarsi indietro proprio nel momento in cui serviva assumersi una responsabilità chiara. Il Governo lo ha fatto appellandosi alla "sovranità nazionale", fingendo di difendere un principio che nessuno aveva minacciato — perché il testo dell’accordo, ribadisce esplicitamente che ogni decisione resta nelle mani degli Stati", commenta Aldo Grasselli, segretario nazionale SI.Ve.MP "I punti chiave dell'Accordo pandemico includono: un approccio integrato One Health, il rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali, la promozione della produzione locale di vaccini e strumenti medici, la creazione di un sistema multilaterale di accesso e condivisione dei patogeni e dei benefici (PABS), e l’istituzione di una rete globale di logistica e approvvigionamento. Il trattato punta sull’equità, la trasparenza e la cooperazione tra gli Stati, in particolare per sostenere i Paesi a basso e medio reddito", aggiunge Grasselli "Nessuna cessione di potere, nessuna ingerenza, nessuna imposizione: solo la proposta, ragionevole e necessaria, di costruire insieme una risposta più equa, più rapida, più trasparente alle prossime crisi sanitarie globali. Quello che nei convegni partecipati dal mondo scientifico si chiama "Planetary Health". Dunque, perché l’astensione? Per non perdere il consenso di chi ha fatto della paranoia sanitaria il proprio capitale elettorale? Abbiamo vissuto sulla pelle cosa significa non essere preparati. Abbiamo visto quanto sia pericoloso l’isolamento strategico e l’approvvigionamento competitivo tra le nazioni. È sbagliato ora chiamarsi fuori", precisa Grasselli. "Non è difesa della libertà. E non è nemmeno una scelta neutra: è un atto di irresponsabilità che condanna l’Italia a un ruolo marginale proprio nel campo dove ha sempre dato un esempio avanzato di sanità pubblica", conclude .Aldo Grasselli
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