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Sclerosi multipla, scoperto un nuovo meccanismo del declino cerebrale

Neurologia Redazione DottNet | 30/05/2025 15:31

La comunicazione alterata tra cellule del cervello chiave nella progressione della malattia

La sclerosi multipla non colpisce solo la sostanza bianca del cervello, ma anche la corteccia cerebrale, responsabile di funzioni come memoria, attenzione e linguaggio. In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Brain, Behavior and Immunity, un team di ricercatori spagnoli, in collaborazione con colleghi francesi e statunitensi, ha identificato un meccanismo finora poco conosciuto, che contribuisce alla disfunzione cerebrale nei pazienti con sclerosi multipla: l'anomala attività degli astrociti, cellule gliali che regolano il funzionamento dei neuroni. Utilizzando tecnologie all'avanguardia, i ricercatori hanno osservato che la neuroinfiammazione tipica della sclerosi multipla induce gli astrociti a diventare iperattivi.

Questo porta a comunicazioni distorte tra le cellule del cervello, con conseguente modifica dei meccanismi di plasticità sinaptica, fondamentali per l'apprendimento e la memoria. Lo studio, presentato dal ricercatore Andrés Mateo Baraibar Sierra, ha partecipato alla prima edizione dell'Excellence in Neuroinflammation Award, il contest lanciato dalla Fondazione Francesco della Valle, che premia la migliore pubblicazione scientifica dell'anno in tema di Neuroinfiammazione, classificandosi al primo posto (a pari merito con quello della giovanissima Elizabeth Wood) e vincendo un premio in denaro per stimolare nuovi progetti.

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La Fondazione Francesco della Valle è nata nel 2023 per tenere vivo il patrimonio immateriale di idee di questo innovatore del panorama farmaceutico. "La nuova scoperta - spiega Sabatino Maione, professore Ordinario di Farmacologia del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli - cambia radicalmente la visione sugli astrociti: da elementi importanti nella comunicazione tra i neuroni a protagonisti attivi nel destino funzionale delle sinapsi e, dunque, nei deficit cognitivi che si accompagnano alla malattia". Secondo Maione, "riconoscere il ruolo degli astrociti nella comunicazione alterata tra cellule cerebrali apre nuove strade per lo sviluppo di terapie mirate, con l'obiettivo di rallentare il declino cognitivo nei pazienti affetti da sclerosi multipla e, potenzialmente, anche da altre malattie neuroinfiammatorie".

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