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La rivolta dei farmacisti, sit-in a Cagliari

Farmacia Redazione DottNet | 04/06/2025 20:03

Trattative in stallo con Federfarma per il rinnovo del contratto

 Parte da Cagliari la rivolta nazionale dei camici bianchi delle farmacie - circa 2mila dipendenti in Sardegna in 600 esercizi, per spingere Federfarma a superare lo stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, scaduto lo scorso 31 dicembre.   Circa 300 farmacisti sono scesi in piazza davanti alla prefettura insieme con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs per protestare contro l'associazione datoriale.   "Federfarma continua ad assumere posizioni irricevibili e si è rotto il tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, che dovrebbe in qualche modo riconoscere il valore e la professionalità di migliaia di farmacisti e farmaciste, considerando che loro hanno anche un carico di lavoro straordinario per i compiti e le mansioni aggiuntive che però non sono riconosciuti con un aumento del salario minimo - osserva Nella Milazzo, segretaria regionale della Filcams Cgil - non è ancora uno sciopero ma è una mobilitazione che sta iniziando con questo primo presidio su Cagliari e continuerà poi nelle prossime settimane anche su Sassari".

   Per Giuseppe Atzori della Fisascat Cisl, "oggi si avvia un periodo di lotta contro l'atteggiamento di Federfarma che non intende rinnovare il contratto collettivo nazionale di lavoro in modo dignitoso e che dia riconoscimento alla professionalità dei farmacisti.

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 Purtroppo li considera meno addirittura dei commessi di supermercato perché la proposta economica che fa è veramente irrisoria e non è assolutamente dignitosa per dei professionisti che dopo tanti anni di studi e di esperienza sono delle persone fondamentali nel territorio. Quindi ci deve essere assolutamente un cambio di rotta da parte di Federfarma e per questo è stata decisa a livello nazionale, dalle tre organizzazioni sindacali, un periodo di lotta che inizia oggi".     "Dopo 8 incontri nazionali. Federfarma continua a lasciare sul piatto la proposta iniqua di 120 euro di aumento retributivo, pari a 69 centesimi di euro per ogni ora - attacca Cristiano Ardau segretario regionale Uiltucs - Quindi i farmacisti, dopo cinque anni di laurea e i vari corsi di specializzazione, guadagnano meno di un salumiere. Nella farmacia dei servizi i farmacisti inoculano vaccini, fanno l'elettrocardiogramma e sono presidio medico sanitario: le farmacie fanno grandi profitti ma non vogliono riconoscere ai farmacisti dipendenti la dignità retributiva e normativa. Ecco perché oggi inizia la protesta dei farmacisti e si va verso lo sciopero nazionale del settore"

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