Nella giornata dell’evento dell’anno, il "Premio per la comunicazione medico scientifica per la centralità del Paziente”, ho avuto l’incarico di moderare la tavola rotonda.
Il tema era: “Nuovi media e la comunicazione della salute” ed erano presenti:
Monica Calcagni (Influencer e Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia ed Ostetricia); Elpidio Cecere (Psicoterapeuta, Scrittore e Divulgatore, Founder e CEO Centro TCE); Antonella Celano (Presidente Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APMARR aps ets); Gianluca Pistore (Divulgatore scientifico e scrittore, Fondatore e Presidente dell'Associazione MelanomaDay); Pucci Romano (Specialista in Dermatologia e Venereologia, Presidente Skineco, Presidente Board Scientifico “Il Corpo Ritrovato”).
Per vedere il video completo dell'evento clicchi qui.
Un incontro dedicato alle storie, agli eventi – anche privati – sui temi della comunicazione medico scientifica e il paziente, sforzandoci di bandire luoghi comuni e temi di circostanza. Non posso essere io a giudicare ma, sulla base dei riscontri, il complesso della tavola rotonda ha portato un indiscusso valore ai presenti. E così gli interventi si sono trasformati in racconti e in storie personali, contribuendo ad approfondire il tema affrontato, sottraendolo a riflessioni “già sentite”.
Gli interventi, con prospettive diverse, hanno colto l’essenzialità e l’originalità dei contenuti nella comunicazione via social, che va (nella medicina più che in altri ambiti), coniugata con il rigore scientifico. Quindi la ricetta, non esplicitata, ma che è deducibile come il filo rosso tra tutti gli interventi, ha avuto un focus rilevante: comunicare con originalità e freschezza, con la naturale, genuina, spontanea schiettezza. E comunicare contenuti qualificati, scientifici, in una sola parola “bibliografabili”.
Il libro scritto da Gianluca Pistore, rientra sicuramente in questi schemi.
È una storia, molto intima, raccontata in prima persona sulla decisione di iscriversi a medicina abbandonando un percorso di vita che era, o sembrava, segnato.
Il cuore del libro però non è solo questa storia, che pure appassiona il lettore. E’ la ricerca di un vero “significato” per ciò che si fa, alla passione che troviamo, allo sguardo interiore, alle aspirazioni che si riflettono su sui percorsi di studi e la vita che ne consegue. Questo coraggio di indagare il significato, il perché delle nostre scelte (attuali e soprattutto precedenti) e di rimettere tutto in discussione, fa onore all’autore e merita la lettura dell’opera.
Il libro, edito da Piccin, ha circa 200 pagine, nel formato narrativa 13x20, ed è fresco di stampa. Un romanzo, appunto, sul cambiamento, sulle domande che andrebbero fatte per poterci vedere nell’ambiente che ci circonda, e sulle scelte. E’ peraltro interessante anche come poi l’autore inizia a determinarsi nel convincere noi lettori ad iscriverci a medicina. Molti lettori potranno trovare molti motivi in più per iscriversi alla facoltà di medicina, oltre quella di avere una ricca carriera e stabilità economica che appassiona molti degli studenti dei primi anni.
La passione dell’autore per la medicina è evidente, e la dimensione della community creata dall’autore durante il corso di studi ne è solo una parziale conferma. La passione si legge nel libro, si sente e si vede nel materiale social, si percepisce ascoltando l’intervento alla tavola rotonda. Questa passione di fare qualcosa che si ama e in cui si crede rende un medico diverso, ma direi un professionista diverso e forse un uomo diverso. Un medico e uomo libero e felice.
Salvatore Ruggiero,
CEO Merqurio e Autore di:
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