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Ecdc, i batteri vibrio in aumento con il riscaldamento dei mari

Infettivologia Redazione DottNet | 11/07/2025 16:01

Attenzione a molluschi crudi o poco cotti, soprattutto ostriche

Con l'arrivo dell'estate e l'aumento delle temperature della superficie marina, cresce il rischio stagionale legato ai batteri Vibrio, sempre più diffusi nei mari europei. A mettere in guardia è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che ribadisce l'importanza di non consumare molluschi crudi o poco cotti.   Questi batteri, che vivono naturalmente in acque salmastre dove acqua dolce e salata si mescolano, "trovano condizioni ideali di proliferazione in presenza di alte temperature e bassa salinità".

 L'area più colpita è il Mar Baltico, nel Mare del Nord e in varie aree costiere e lagunari chiuse. Ma l'Ecdc prevede "un'ulteriore espansione in altre zone costiere del continente".    La vibriosi può causare infezioni gravi, soprattutto in persone con sistema immunitario indebolito o patologie epatiche croniche. Le infezioni "possono derivare dal consumo di frutti di mare crudi (soprattutto ostriche) o dall'esposizione di ferite aperte ad acqua contaminata".

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I sintomi variano dalla diarrea acquosa a infezioni cutanee gravi, fino a complicanze come setticemia o necrosi dei tessuti.   Sebbene i casi restino rari, i numeri sono in crescita. In particolare durante le estati caratterizzate da temperature marine elevate e ondate di calore prolungate: ad esempio, ricorda l'Ecdc, nell'estate del 2018, ci furono 445 casi di vibriosi, più del triplo rispetto alla mediana annuale di 126 casi dei tre anni precedenti.  Prevenire l'infezione, "l'Ecdc raccomanda di evitare frutti di mare crudi, coprire le ferite con cerotti impermeabili prima di entrare in acqua, e lavarsi subito con acqua dolce dopo il contatto accidentale con il mare". È inoltre fondamentale riconoscere i sintomi e rivolgersi tempestivamente a un medico.  L'agenzia invita infine i Paesi a rischio ad attivare sistemi di sorveglianza per una diagnosi precoce dei casi, "ancora probabilmente sottostimati".

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