Per il World Radiotherapy Awareness Day (7/9), l’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO) si unisce alla comunità scientifica internazionale per celebrare una disciplina che contribuisce a curare milioni di persone
Sei pazienti oncologici su dieci in Italia ricevono radioterapia durante il loro percorso terapeutico[1]. Un dato che da solo basterebbe a spiegare quanto questa disciplina sia essenziale nella lotta contro il cancro. Eppure, nell’opinione pubblica, la radioterapia rimane spesso "dietro le quinte" e talvolta accompagnata da paure o informazioni scorrette. "La radioterapia non è solo tecnologia avanzata: è relazione, cura e precisione. Significa lavorare ogni giorno per integrare scienza e umanità – interviene Marco Krengli, Presidente A.I.R.O. (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica) - offrendo ai pazienti strumenti concreti per affrontare le cure con fiducia e serenità.
IL FUTURO È UNA SCELTA DEI GIOVANI MEDICI
La radioterapia è una disciplina, multidisciplinare e in forte evoluzione, che coniuga alta tecnologia e medicina personalizzata.
Per i giovani medici si tratta di un settore capace di offrire sfide e opportunità uniche: trattamenti sempre più precisi, tecnologie di ultima generazione, e un approccio che integra ricerca clinica e attenzione alla persona.
"Scegliere la radioterapia significa essere protagonisti in prima linea – sottolinea Krengli –. Non è solo ‘curare con le macchine’, ma far parte di una disciplina che guarda al futuro con innovazione e umanità".
UNA SOLA VOCE PER LA RADIOTERAPIA
Il tema internazionale scelto quest’anno, "One Voice for Radiotherapy", è un invito all’unità. In un contesto in cui ancora troppi pazienti rinunciano o arrivano tardi ai trattamenti, parlare con una sola voce significa per i cittadini e i pazienti, avere informazioni chiare e superare pregiudizi. Per i professionisti si tratta anche di condividere conoscenze e innovazioni e per le istituzioni, garantire investimenti e accesso equo in ogni regione.
"Solo diffondendo la cultura radioterapica – conclude Krengli – possiamo ridurre le paure, abbattere le disuguaglianze e promuovere scelte più consapevoli, oggi e per le generazioni future.
[1] https://osservatorio.favo.it/sedicesimo-rapporto/parte-prima/radioterapia-in-italia/?utm_source=chatgpt.com
https://www.who.int/news/item/05-03-2021-new-who-iaea-publication-provides-guidance-on-radiotherapy-equipment-to-fight-cancer
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