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Linfomi: oggi il 70-75% dei pazienti può guarire o vivere a lungo con buona qualità di vita

Ematologia Redazione DottNet | 11/09/2025 16:50

Corradini: le nuove terapie rivoluzionarie cambiano la prognosi. Attenzione anche all’impatto di pesticidi e microplastiche

In occasione della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sul Linfoma (15/9), la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano accende i riflettori su una patologia in crescita, ma sempre più curabile. "Grazie alle terapie attuali – spiega il professor Paolo Corradini, Direttore della Divisione di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo dell’INT e Professore ordinario di Ematologia all’Università Statale di Milano – il 70-75% circa dei pazienti con linfoma può essere trattato con successo, ottenendo una remissione completa o una lunga sopravvivenza con buona qualità di vita".
Un risultato importante che, secondo Corradini, richiede anche un atteggiamento concreto e consapevole da parte dei pazienti: "Non serve essere ottimisti o pessimisti – sottolinea –.

Serve essere realisti e pragmatici: rivolgersi tempestivamente a centri esperti, perché oggi la maggioranza dei pazienti con linfoma può guarire. Limportante è non perdere tempo".
 
AMBIENTE E FALSE CERTEZZE ALIMENTARI
L’aumento dei linfomi è legato in gran parte all’invecchiamento della popolazione, ma non solo. Corradini richiama l’attenzione anche sull’impatto dei fattori ambientali: "Alcuni studi hanno messo in relazione lincidenza dei linfomi non-Hodgkin con lutilizzo di pesticidi.

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Spesso ci si concentra sull’eliminare un alimento pensando di guadagnare anni di vita, ma non ci si chiede cosa contengano davvero alcuni prodotti industriali, ricchi di pesticidi, microplastiche e conservanti".
 
DALLE CAR-T AI FARMACI "CHEMIO-FREE"
Negli ultimi anni la ricerca ha aperto prospettive inimmaginabili: le CAR-T e gli anticorpi bispecifici hanno permesso di trattare pazienti refrattari a tutte le terapie disponibili, con risultati sorprendenti. "Circa il 35-40% di pazienti che fino a 7-8 anni fa non avevano alternative – sottolinea Corradini oggi guarisce grazie a questi trattamenti". Anche le forme indolenti beneficiano di strategie "chemio-free", combinazioni di farmaci che evitano la tossicità della chemioterapia tradizionale e migliorano la qualità di vita. L’INT è stato il primo centro in Italia ad avviare programmi con CAR-T nel 2017 e resta oggi il punto di riferimento nazionale con protocolli clinici e importanti progetti di ricerca, sostenuti da AIRC e Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica.

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