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L’importanza dell’alimentazione e dello stile di vita nella terapia dell’endometriosi

Ginecologia Redazione DottNet | 24/11/2025 16:11

Endometriosi: concentrarsi sulla DIETA e NUTRIZIONE. Una dieta controllata serve per eliminare i gruppi alimentari che contribuiscono negativamente nei processi legati alla malattia e introduce alimenti che invece costituiscono un valido supporto ai processi metabolici positivi.

L’endometriosi è una malattia cronica, che colpisce le donne in età fertile ed è caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina. Una volta collocati esternamente all’utero, questi frammenti saranno reattivi e risponderanno anch’essi agli stimoli ormonali nonostante non siano più distribuiti nel loro luogo di origine. La loro localizzazione più frequente è a livello pelvico quindi potrebbe essere sulle ovaie, sulle tube di falloppio, perfino a volte sull’intestino e la vescica ma altri organi come la pelle, i polmoni, i bronchi e il cervello possono essere colpiti.

 La particolarità di questo tessuto è la capacità di diffondere e di riprodursi secondo un modo che assomiglia molto a quello delle cellule metastatiche dei tumori.

Alcune donne possono non presentare alcun sintomo, altre invece possono provare dolore: al momento del ciclo; durante o dopo i rapporti sessuali; durante l’urinazione o la defecazione. Altri sintomi possono essere: gonfiore addominale; affaticamento; depressione; ansia; infertilità. Tutti questi sintomi rendono difficile la diagnosi perché sono comuni anche ad altre patologie.

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Attualmente non esiste alcun rimedio specifico per l'endometriosi. Tutti i trattamenti servono solo per alleviare i sintomi, cioè per modulare l’infiammazione, e saranno utilizzati per un breve periodo come ad esempio l’utilizzo di contraccettivi orali combinati a progestinici e FANS . Il problema si riscontra in quanto molte donne possono presentare resistenza al progesterone o intolleranza a questi farmaci. Per questo motivo alla terapia classica è fondamentale associare metodi alternativi tra cui un sano stile di vita, la pratica di attività fisica con regolarità ma soprattutto concentrarsi sulla DIETA e NUTRIZIONE. Una dieta controllata serve per eliminare i gruppi alimentari che contribuiscono negativamente nei processi legati alla malattia e introduce alimenti che invece costituiscono un valido supporto ai processi metabolici positivi. Il miglioramento dei sintomi è legato da un lato alla capacità di questi cibi di ridurre l’infiammazione presente, dall’altro di rallentare l’assorbimento degli ormoni come gli estrogeni e le prostaglandine implicate nei processi infiammatori. Una dieta specifica per l’endometriosi può ridurre: i crampi pelvici e la loro frequenza; diminuire il gonfiore addominale; migliorare il processo digestivo; migliorare lo stato infiammatorio e diminuirlo; bilanciare a livello ormonale; riduzione delle tossine derivate dai pesticidi, componenti chimici ed antibiotici utilizzati nella produzione di alimenti di origine animale; riduzione della stanchezza cronica. Gli alimenti da privilegiare sono le verdure BIO e di stagione, ricche di antiossidanti e vitamine. Le fibre aiutano il corpo a regolare i livelli di insulina e a ridurre il livello degli estrogeni. L’introduzione di sostanze antinfiammatorie come la curcuma, lo zenzero, la verdura cruda e garantirsi un buon apporto di vitamine e magnesio può essere fondamentale. Bisognerebbe ridurre il consumo: di carni rosse in quanto numerosi studi confermano che un utilizzo di più di due porzioni al giorno di carne rossa aumenta l’incidenza di rischio di endometriosi; diminuire i latticini perché possono contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine PGE2 responsabili del processo infiammatorio; il grano in quanto contenente il glutine le cui proteine sono pro infiammatorie; le fritture; la soia, l’avena e la segale per l’elevato contenuto di estrogeni; gli zuccheri semplici producono un ambiente più acido nel corpo che favorisce l’infiammazione, soprattutto nel pre-ciclo sarebbe fondamentale limitare alcuni alimenti ricchi di oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli, cioè carboidrati a catena corta, che vengono scarsamente assorbiti nel tratto gastro-intestinale e rimanendo nel colon, inducono fermentazione da parte dei batteri, richiamando acqua e possono scatenare sintomi tipici dell’intestino irritabile come gonfiore, stipsi, diarrea e disbiosi; l’alcool perché viene immagazzinato dal fegato che si occupa di eliminare gli estrogeni in eccesso dal corpo.

Per lo sviluppo dell’endometriosi è fondamentale la presenza degli ESTROGENI che possono derivare da: ormoni endogeni prodotti dalle ovaie, dalle ghiandole surrenali e dal tessuto adiposo attraverso l’enzima aromatasi; estrogeni esogeni appartenenti al mondo vegetale ad esempio dalla soia, semi di lino, leguminose; xenoestrogeni provenienti dall’ambiente, definiti perturbatori endocrini, ovvero, molecole che si comportano da interferenti endocrini che mimano l’azione degli ormoni legandosi ai loro recettori e concorrendo allo sviluppo e alla progressione di patologie tra cui l’endometriosi.

La metabolizzazione degli estrogeni avviene nel fegato dove gli intermedi reattivi sono resi solubili e poi eliminati attraverso urine e feci. L’azione del fegato quindi è fondamentale e per questo motivo deve essere pronto per lavorare e non impegnato già nell’eliminazione di altre sostanze come tossine, alcool, sovraccarico alimentare. Stesso discorso vale per l’intestino che poi si occuperà della fase dell’eliminazione. Quindi, una disbiosi intestinale potrebbe comportare dei problemi in questi processi. Le crucifere ottimizzano tutte le tappe del processo di metabolizzazione ed eliminazione inoltre, contengono dei precursori glucosinolati inattivi che vengono idrolizzati nella forma attiva grazie ad un enzima la mirosinasi contenuta nelle cellule vegetali e rilasciata durante la masticazione quindi di fondamentale importanza è masticare lentamente. Però questo enzima è sensibile alla cottura, per questo motivo si consiglia il consumo di crucifere 3-4 volte la settimana ma crude, ad esempio in frullati. I glucosinolati che vengono idrolizzati sono: l'indolo-3-carbinolo (I3C) e il diindolilmetano (DIM). Entrambi sono ampiamente studiati in diversi tipi di cancro come quello al seno, alla prostata, all'endometrio, al colon-retto, alla cistifellea, al fegato e alla cervice. Studi preclinici hanno rilevato che sono dotati di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiapoptotiche, immunomodulatrici e xenobiotiche. Inoltre, il DIM è stato recentemente segnalato per ridurre il peso corporeo e migliorare il metabolismo lipidico nei topi sottoposti a una dieta ricca di grassi (HFD) in quanto attiverebbe un recettore nucleare implicato nel metabolismo lipidico e nella immuno-regolazione.

Tra le sostanze antinfiammatorie che si possono integrare c’è la curcuma, il cui principio attivo è la curcumina, dotata di un’attività antinfiammatoria di tipo inibitorio sulle ciclossigenasi, in quanto la curcumina può inibire l'espressione della COX-2, e sulle lipossigenasi. Inoltre, induce l’inibizione dell’attivazione del fattore di trascrizione pro infiammatorio NF-kB (fattore nucleare kB) e inibizione della produzione di interleuchine e TNFα. Nell'endometrio in condizione normale il NF-κB è presente in basse concentrazioni mentre la sua espressione aumenta nelle varie fasi dell'endometriosi. Viene quindi considerato come un marcatore perché può regolare i processi di proliferazione, apoptosi e infiammazione dell’endometriosi.

Normalmente le piante sono fonti di composti bioattivi che dimostrano effetti benefici ad ampio spettro ed interagiscono con bersagli molecolari per arrestare la proliferazione cellulare, l’apoptosi, l’infiammazione, lo stress ossidativo e l’angiogenesi. Nell’endometriosi le proprietà antiendometriotiche sono espresse principalmente dai polifenoli, che possono esercitare un potente effetto fitoestrogenico, modulando l'attività degli estrogeni. Le evidenze disponibili, derivanti dalla ricerca preclinica e da diversi studi clinici, indicano che i composti naturali biologicamente attivi rappresentano candidati promettenti per lo sviluppo di nuove strategie nella gestione di questa patologia. Tra i polifenoli ritroviamo la classe dei flavonoidi presenti in piante, frutta, verdura, vino, bulbi, cortecce, steli, radici e tè.

Durante un processo infiammatorio, come può avvenire in caso di endometriosi, il corpo è soggetto ad un costante eccesso di stress troppo prolungato che porta ad un aumento nella produzione di cortisolo che diminuisce l’attività delle cellule Natural killer e favorisce l’attività delle aromatasi che aumentano gli estrogeni. Un’integrazione di magnesio può servire per modulare la produzione di cortisolo e a rilassare la muscolatura liscia vascolare dell’utero, quindi diminuendo gli spasmi provocati anche durante le mestruazioni. Ad esempio, il citrato di magnesio molto utilizzato in commercio grazie al suo facile assorbimento nel tratto digerente, può avere anche un effetto calmante in soggetti ansiosi quindi alleviare i sintomi associati ad ansia e depressione.

Un effetto benefico, per tutti i processi infiammatori, può essere un’integrazione di omega 3, da cui derivano i precursori delle prostaglandine, cioè i mediatori della risposta infiammatoria, di origine antiinfiammatoria che, nel caso dell’endometriosi, riuscirebbero a rallentare la crescita del tessuto endometriale.

Studi sempre più numerosi hanno dimostrato che il microbiota intestinale è strettamente correlato: al metabolismo degli estrogeni; all’infiammazione e all'immunità con conseguente sviluppo dell’endometriosi. Infatti oltre le manifestazioni ginecologiche, molte pazienti con endometriosi manifestano sintomi gastrointestinali. Nell’endometriosi il Lactobacillus gasseri mostra effetti benefici sulla funzionalità intestinale e sul microbiota, aumentando la resistenza allo stress psicologico coinvolgendo l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene. I lattobacilli hanno un’azione riparativa delle cellule intestinali e delle giunzioni strette (tight junctions), la cui integrità è essenziale perché la parete del colon possa svolgere la sua funzione di frontiera selettiva fra l’esterno e l’interno dell’intestino e su, tutti gli organi e i tessuti. Una conoscenza approfondita della patologia dell’endometriosi, condivisa sia da parte degli operatori sanitari sia dalle pazienti, è fondamentale per assicurare condizioni di vita più adeguate e un’assistenza di qualità superiore.

Dott.ssa Angela Lauletta, specialista in ostetricia e ginecologia

Dott.ssa Federica Rosso, laurea magistrale in farmacia

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