
Lo rivela un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica eLife
Potrebbe esserci una nuova via per curare l'obesità: è stato scoperto un ormone che è in grado di sopprimere l'assunzione di cibo e aumentare la sensazione di sazietà. A dirlo è un nuovo studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica eLife, che ha notato questa stessa funzione sulle cavie e sugli esseri umani. L'ormone in questione è l'Lcn2 (il Lipocalin2), che secondo i ricercatori potrebbe essere usato come un potenziale trattamento proprio dell'obesità. L'Lcn2 è prodotto principalmente nelle cellule ossee e si trova nei topi, nelle scimmie e nell'uomo. La ricerca condotta sulle cavie ha dimostrato che somministrare l'Lcn2 sugli animali, a lungo termine, riduce l'assunzione di cibo e previene l'aumento di peso, senza portare a un rallentamento del loro metabolismo. "Lcn2 agisce come un segnale per la sazietà dopo un pasto, portando i topi a limitare l'assunzione di cibo, e lo fa agendo sull'ipotalamo, all'interno del cervello", spiega l'autore principale del lavoro, Peristera-Ioanna Petropoulou.
fonte: eLife
Al centro della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, l’impegno per politiche coese e il coinvolgimento delle nuove generazioni per nutrire il futuro
La nutrizione può influenzare lo sviluppo dell’epigenoma durante i periodi critici dello sviluppo tramite la modulazione della metilazione del DNA e le modificazioni degli istoni
La Presidente FIAO, Iris Zani: "È una conquista, ma anche un punto di partenza: ora occorre lavorare per la sua attuazione, per assicurare pari dignità nrlle cure si deve approvare il Piano Nazionale Cronicità"
Realizzate da Sio e Iss, indirizzo su approccio personalizzato
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
Commenti