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Tecniche mininvasive e staminali, nuove frontiere a congresso SIC

Cardiologia Tania Vuoso | 28/10/2009 13:15

Rivoluzione in sala operatoria, con incisioni minime sulla pelle e l'impiego di microscopici strumenti chirurgici. Negli interventi eseguiti con le tecniche mininvasive oggi il 'camice verde' "pratica 3 o 4 fori di piccolo diametro, attraverso i quali vengono introdotti nel corpo del paziente gli strumenti chirurgici necessari, insieme a una microcamera che serve per riprendere le immagini della parte da operare.

Oggi questo approccio - spiega Gianfranco Francioni, Presidente del 111.esimo Congresso nazionale della Società italiana di chirurgia, illustrando nella Capitale le nuove frontiere di questa disciplina - consente ad esempio interventi alla tiroide che prevedono una incisione di soli 2 cm contro i 10-12 cm". Inoltre, attraverso piccoli accessi dalle arterie dell'inguine, si può risalire lungo il vaso, giungere al cuore e riparare le coronarie danneggiate. "In più si sta affermando una metodologia innovativa che consente la personalizzazione degli interventi chirurgici. E' un concetto totalmente nuovo, che parte dal principio che ogni paziente è diverso dall'altro.

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L'operazione - spiega - non viene più eseguita esclusivamente sulla base dei normali protocolli uguali per tutti", ma adattata ad hoc. E ancora, un ulteriore passo avanti è offerto dalla chirurgia robotica, una realtà presente in molti ospedali italiani. "Consente movimenti finissimi e iper-precisi, coordinati da un chirurgo in carne ed ossa, ma compiuti da un robot tarato al millimetro - dice lo specialista - E' una tecnica che dà già ottimi risultati nel carcinoma prostatico. Un recente report pone l'Italia al secondo posto nel mondo dopo gli Usa proprio per la chirurgia robotica e mininvasiva".

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