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Ematologia toscana entra in rete

Ematologia Redazione DottNet | 28/10/2009 20:50

L'ematologia toscana entra in rete. I centri ematologici della Regione saranno collegati per garantire un censimento dei casi di leucemia mieloide cronica, la corretta applicazione delle linee guida, la standardizzazione di avanzate tecniche diagnostiche e il costante monitoraggio dei pazienti con i test molecolari e mutazionali.

 La rete, che nella fase iniziale riguarderà una patologia rara come la leucemia mieloide cronica, è un modello per sviluppare in futuro un network regionale esteso anche ad altre malattie ematologiche più diffuse. ''Siamo tra i primi in Italia a realizzare un progetto di questo tipo - spiega il prof. Gianni Amunni, direttore operativo dell'Istituto Toscano Tumori -, una forma virtuosa di assistenza sanitaria, nata dalla fruttuosa collaborazione pubblico-privato, da una parte la Regione Toscana e l'Istituto Toscano Tumori e dall'altra Bristol-Myers Squibb. Uno dei vantaggi più evidenti della rete è rappresentato da una presenza capillare sul territorio, per assicurare livelli omogenei nell'offerta sanitaria ai cittadini''. In Italia si registrano circa 1000 nuove diagnosi di leucemia mieloide cronica ogni anno, di cui 60 in Toscana.

''La leucemia mieloide cronica - afferma il prof. Alberto Bosi, direttore della Cattedra di Ematologia dell'Università di Firenze - è una malattia complessa da gestire; è infatti importante effettuare regolarmente i test mutazionali per verificare se i pazienti sviluppino resistenze alla terapia standard e, se necessario, modificarla. Il nostro obiettivo è quello di fornire a tutta la popolazione i mezzi diagnostici più sofisticati per curare in maniera adeguata tutti i pazienti''. L'incidenza della leucemia mieloide cronica aumenta con l'età (solo il 2% dei casi si manifesta sotto i 20 anni d'età), rappresenta il 15% di tutte le leucemie degli adulti e il 4% delle leucemie dell'infanzia.

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