Secondo una ricerca della Fondazione Istituto Sacra Famiglia onlus di Cesano Boscone (Milano), il 64% di chi si prende cura degli anziani in difficoltà è una donna (di solito la figlia o la moglie), che spesso ha un’età compresa tra i 40 e i 65 anni.
E che in molti casi finisce per soffrire di ansia e depressione in seguito alla sua funzione di “caregiver”.
La maggior parte delle persone che si prendono cura degli anziani in difficoltà e non autosufficienti (ad esempio perché affetti dalla Malattia di Alzheimer) sono donne. In genere si tratta di parenti strette del malato, che si sobbarcano il peso pratico e psicologico della funzione di caregiver.
“La ricerca che abbiamo appena concluso presso il nostro Centro Diurno- Villa Sormani per anziani, e che è in corso di pubblicazione sul Giornale Italiano di Geriatria - spiega il dottor Fabrizio Pregliasco, Direttore Scientifico dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone (Milano) - dimostra che nella maggior parte dei casi ad occuparsi del malato sono la figlia (38,4%) e la moglie (20,8%), contro una presenza maschile tra i caregiver che si attesta al 34% (23,2% figlio, 8% marito)”.
L’impegno necessario si ripercuote indubbiamente sulle abitudini di vita del caregiver. Come dimostrano i dati Istat, nel 57% dei casi, le donne che si prendono cura di un parente anziano sono laureate, il 23% ha un lavoro e il 24% diventa casalinga “per forza” e ha anche una famiglia da accudire. Tutto ciò comporta la richiesta di permessi straordinari, il cambiamento dei turni di lavoro e porta a trascurare il resto della famiglia. Il ruolo di caregiver è svolto inoltre a titolo gratuito (90% dei casi) e anzi, spesso, in parte a proprie spese.
“Non è quindi una sorpresa che le donne che si occupano degli anziani spesso si trovino in difficoltà - continua Pregliasco - Come già osservato da numerosi studi, se non adeguatamente sostenuta, l'attività di cura a familiari anziani fragili, per quanto spesso desiderata, può provocare un peggioramento significativo della qualità della vita del caregiver principalmente coinvolto, che rischia di sperimentare elevati livelli di tensione emotiva e psicologica, fino a diventare a sua volta una ‘seconda vittima’ delle patologie invalidanti che colpiscono l'anziano e, in quanto tale, a sua volta bisognoso di assistenza”.
Una possibile soluzione, che permette di lasciare l’anziano al proprio domicilio, ma nel frattempo di sollevare almeno parzialmente dall’impegno il caregiver e la famiglia, è quella dei Centri Diurni.
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