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No alla fecondazione eterologa dal Tribunale di Milano. Legge 40 bocciata per l'ennesima volta

Sanità pubblica Redazione DottNet | 05/04/2013 15:19

Il Tribunale civile di Milano, con un'ordinanza depositata il 29 marzo scorso, ha stabilito che il divieto di fecondazione eterologa si pone in contrasto con alcuni principi costituzionali, tra cui il diritto fondamentale all'autodeterminazione della coppia, il principio di eguaglianza tra coppie e il diritto alla salute. I giudici chiedono, dunque, ancora una volta, alla Consulta di pronunciarsi sulla legge 40 che ha per l'ennesima volta ha subito una bocciatura.

 Marilisa D'Amico avvocato e anche consigliere comunale milanese del Pd, assieme agli avvocati Maria Paola Costantini, Massimo Clara e Sebastiano Papandrea, assiste la coppia affetta da azoospermia completa che aveva ha presentato nel 2010 ricorso al Tribunale civile di Milano per poter accedere alla fecondazione eterologa, vietata dalla legge 40 del 2004 giudicano la notizia ''molto positiva'' e confidano nell'esito positivo dell'esame da parte dei giudici della Corte Costituzionale, affinche' ''entro qualche mese, forse entro la fine dell' anno, le coppie in Italia potrebbero avere accesso alla fecondazione eterologa''.

La legge 40 - che oggi e' stata bocciata per la diciottesima volta, con il nuovo rinvio alla Consulta sul divieto di fecondazione eterologa da parte del Tribunale di Milano - era gia' finita diverse volte nel mirino delle sentenze dei tribunali.  Cinque volte e' finita sui banchi della Corte Costituzionale (nel 2005, due volte nel 2009 e una nel 2010 e infine nel maggio del 2012). Se si considerano i ricorsi per altre parti della legge come quelli per ottenere la possibilita' di congelamento degli embrioni, la diagnosi preimpianto e il limite di utilizzo di tre embrioni per ciclo di fecondazione sono complessivamente 17 le volte che i giudici hanno ordinato l' esecuzione delle tecniche di fecondazione secondo i principi Costituzionali affermando i diritti delle coppie e non secondo la legge 40. Se si comprende anche l'ambito europeo, con la bocciatura di Strasburgo nell'agosto 2012, salgono a 19 gli stop al provvedimento. Questi i precedenti: - 2004 - Per il tribunale di Cagliari non c'e' differenza tra gravidanza ottenuta con Pma e gravidanza naturale, e se sussistono i presupposti la donna puo' abortire.

- 2005 - Il 16 luglio un giudice del tribunale di Cagliari aveva sollevato questione di legittimita' costituzionale dell'articolo 13.

Ad una donna portatrice sana di beta-talassemia era stata negata la possibilita' della diagnosi preimpianto.

- 2006 - Il 9 novembre la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile un ricorso.

- 2007 - Una sentenza del 24 settembre del Tribunale di Cagliari ha riconosciuto che la diagnosi preimpianto e' consentita. A dicembre il tribunale di Firenze ha confermato la decisione.

- 2008 - Il 23 gennaio il Tar del Lazio ha annullato le linee guida per l'applicazione della legge per ''eccesso di potere'' per il divieto di indagini cliniche sull' embrione, ha sollevato la questione di costituzionalita' di alcune norme. Il 26 agosto il tribunale di Firenze per due procedimenti diversi ha sollevato nuove questioni di costituzionalita'.

- 2009 - La Consulta ha accolto la prima parte delle osservazioni con sentenza 151 del primo aprile, ed e' stato introdotta una deroga al divieto di congelamento degli ovuli.

- 2010 - Il 13 gennaio il Tribunale di Salerno, ha autorizzato, per la prima volta in Italia, la diagnosi genetica preimpianto ad una coppia fertile portatrice di una grave malattia ereditaria. Seguono decisioni in tal senso a Firenze, Bologna e Salerno. Il 22 ottobre il tribunale di Catania ha sollevato la questione di legittimita' costituzionale sulla parte che vieta la fecondazione eterologa. Nel novembre anche il tribunale di Milano ha confermato il dubbio sul divieto di eterologa.

- 2012 - La Corte Costituzionale, che ha esaminato il divieto di fecondazione eterologa ha restituito gli atti ai Tribunali.

- 2012 - In base alla decisione del Tribunale di Cagliari, tutti i centri pubblici saranno obbligati ad osservare scrupolosamente la legge 40 con l'obbligo, se la coppia lo richiede, di fornire informazione sullo stato di salute dell'embrione.

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 Fonte: tribunale di milano

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