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Il ministero della Salute rassicura: in Italia non esistono integratori con il Dmaa

Sanità pubblica Redazione DottNet | 25/04/2013 18:23

''Non sono disponibili sui canali ordinari del mercato italiano prodotti legalmente commercializzati contenenti DMAA''. Lo precisa il ministero della Salute a seguito di notizie apparse sugli organi d'informazione in merito alla commercializzazione di integratori contenenti la dimetil-amil-amina (DMAA), sostanza anfetamino-simile.  

L'immissione in commercio di tutti gli integratori in Italia, sottolinea il ministero in una nota, e' soggetta all'obbligo di notifica dell'etichetta al Ministero della salute, attraverso l'esame della quale viene fatta una valutazione dell'idoneita' del prodotto caso per caso. All'occorrenza, viene anche richiesto alle Imprese di presentare specifica documentazione che ne attesti la conformita' alla normativa vigente. ''La DMAA, valutata negativamente dagli esperti della Commissione Unica per la Dietetica e la Nutrizione (CUDN), sulla base dei dati della letteratura scientifica e anche a seguito di apposite indagini analitiche - afferma il ministero - non rientra nella naturale composizione dell'olio di geranio, contrariamente a quanto affermato. Conseguentemente, la presenza della sostanza in prodotti con costituenti naturali deriva da una aggiunta fraudolenta''.

 Il Ministero della salute, a seguito delle valutazioni della CUDN ha da tempo vietato l'uso della sostanza negli integratori alimentari. Di conseguenza ''non sono disponibili sui canali ordinari del mercato italiano prodotti legalmente commercializzati contenenti DMAA''.  Il Ministero della salute, considerando l'esigenza di rendere piu' efficaci i controlli anche sui nuovi canali distributivi, ad esempio internet, ha da tempo avviato un protocollo di intesa con l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e il Comando Carabinieri per la tutela della salute (NAS) per intensificare la lotta alla contraffazione di prodotti presentati come 'naturali', ma contenenti in realta' sostanze non ammesse e quindi illegali.

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Fonte: Ministero della salute

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