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Staminali, proteste in piazza. Nuova bocciatura da Nature

Sanità pubblica Redazione DottNet | 10/07/2013 19:05

Erano oltre 150 a Roma e 200 a Brescia, tutti malati o familiari di pazienti gravi: si sono riuniti sotto il ministero della Salute nella Capitale e, in contemporanea, all'esterno degli Spedali Civili di Brescia per manifestare e chiedere ''liberta' di cura con il metodo Stamina'', messo a punto utilizzando cellule staminali mesenchimali dal presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni (nella foto).

Ma a poche ore dai sit-in di protesta, dalla rivista Nature e' giunta una nuova, inesorabile bocciatura del metodo, con la richiesta che il governo ne blocchi la sperimentazione.  E' questo l'ultimo atto della lunga querelle sul protocollo Stamina, dopo la prima bocciatura al metodo arrivata da Nature e vari scienziati italiani ed in attesa che la sperimentazione - prevista per legge - prenda effettivamente il via dopo la consegna del protocollo al Comitato scientifico nominato dal ministro della Salute, prevista per l'1 agosto.  Netta la posizione espressa da Nature: ''ci sono molte ragioni per le quali la sperimentazione dovrebbe essere fermata'', sostiene un editoriale della rivista, nel quale si rileva inoltre che ''le autorità italiane non dovrebbero andare avanti nel sostenere test clinici costosi di una terapia cellulare non provata e che non ha solide basi scientifiche''. La sperimentazione, afferma Nature definendola ''non etica'', ''non dovrebbe essere fatta, considerando l'incertezza delle basi scientifiche del metodo''.  L'avvio della sperimentazione, che durera' 18 mesi e per la quale sono stati stanziati 3 mln di euro, e' stata intanto confermata dal ministero: ''Vogliamo rassicurare le famiglie - ha reso noto il dicastero in una nota - che tutte le procedure sono state avviate secondo le norme nei tempi previsti e che la sperimentazione partirà il più presto possibile dopo che il professor Vannoni avrà consegnato il suo metodo''. Ma il ministero ha pero' anche precisato che, pur auspicando che ''questa sperimentazione dimostri che il metodo Stamina è efficace e sicuro'', ciò tuttavia ''potrà essere appurato solo raccogliendo e verificando le evidenze secondo le regole e i metodi stabiliti e condivisi dalla comunità scientifica internazionale''.

 Intanto, i malati hanno portato in piazza le proprie ragioni, chiedendo che ''la sperimentazione sia accessibile a tutti e il ministro valuti con imparzialità i benefici che alcuni malati avrebbero avuto con il metodo Stamina, istituendo una commissione costituita da personalità super partes''. Tante le storie, come quella di Sandro Biviano, malato di distrofia muscolare come i suoi tre fratelli, che dall'isola di Lipari e' giunto a Roma e si e' incatenato con la sua carrozzina davanti alla sede del ministero chiedendo libertà di cura.  E da Brescia, dove ha partecipato al sit-in, arriva anche la posizione di Vannoni: ''Il ministro dice che Stamina non è una cura? Ha ragione. Oggi siamo in fase di sperimentazione, e solo quando sarà conclusa il metodo Stamina potrà diventare una cura. Oggi all'interno dell'ospedale di Brescia stiamo facendo cure compassionevoli''. Poi, rivolgendosi a Lorenzin, ''il ministro si occupi della realtà - ha concluso - e non di semantica. Dovrebbe guardare alle persone che sono in cura. Persone che hanno diritto ad essere curate''.

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Fonte: ministero della salute, nature

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