Aziende farmaceutiche in calo come numero e occupati, ma i conti tengono. Lo studio Ceis dell’Università Tor Vergata di Roma è implacabile su tutti i fronti a cominciare dalla spesa sanitaria italiana, considerando sia la componente pubblica che privata, che risulta tra le più basse d’Europa con un calo del 24% rispetto alla media dell'Europa.
Il dato, come dicevamo, è contenuto nel nono Rapporto Sanità dell’Università di Tor Vergata di Roma (clicca qui per scaricare il documento completo), realizzato dal Ceis e dal Crea e presentato giovedì alla Camera. Allarmante il dato sulla spesa che ormai si sposta sui cittadini, soprattutto nelle Regioni in "rosso". Ed è allarmante anche il dato che riguarda l’industria farmaceutica: secondo il rapporto nel 2012 in Italia si è assistito ad una riduzione del numero di aziende farmaceutiche pari al ‑5,0% (16) e degli occupati pari al ‑2,3% (1.500 addetti). Complessivamente, dal 2002 al 2012 sono stati espulsi oltre 20.000 addetti nel settore (‑8.500 nell’ultimo quinquennio), e si èanche ridotta la dimensione media delle aziende: il numero di occupati per azienda passa dai 283,6 del 2002 ai 210,3 del 2012. Anche il settore dell’innovazione farmaceutica ne ha risentito: nel 2012 diminuiscono gli addetti alla R&S (quasi l’1% in meno rispetto al 2011), il numero di brevetti prodotti (‑27,1% nel 2010 rispetto al 2009) e gli investimenti in R&S (‑1,6%). Anche l’indotto dell’industria farmaceutica ne ha risentito: il suo valore ha subìto una contrazione del ‑4,4%. Malgrado ciò, l’industria farmaceutica sembrerebbe essere uno dei settori industriali che meglio fronteggia la crisi: la quota del suo valore aggiunto sul PIL è rimasta pressoché invariata a differenza di quella di tutto il settore industriale che si è invece ridotta.
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Fonte: ceis/crea tor vergata
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