Con 140.000 persone contagiate da Hiv e 4mila nuove infezioni ogni anno, sempre più spesso a carico di bambini, l'Aids si conferma, in Italia, un'epidemia 'dimenticata'.
E, in occasione della Giornata Mondiale per la lotta contro questa malattia che in tutto il mondo miete ogni annualmente 1,5 milioni di vittime, arriva l'appello degli esperti a 'non abbassare la guardia'. In particolare, nel nostro Paese, in cura ci sono circa 100mila sieropositivi e si stimano circa 20mila persone che non sanno di avere il virus. Eppure sempre più persone fanno sesso senza preservativo. "Oggi non c'è più la percezione del rischio, un'idea da smantellare" denuncia il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "In Italia abbiamo accesso totale ai farmaci - sottolinea Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma - però bisogna investire di più per raggiungere categorie a rischio come i tossicodipendenti e soprattutto gli omosessuali".
Tra le Regioni, va al Lazio la maglia nera: è quella con più nuove diagnosi, circa 600, e il maggior numero di sieropositivi, circa 15mila. A fare da traino, è la Capitale, dove, secondo un dossier del Centro Italiano di Solidarietà di don Mario Picchi, il trend delle infezione da Hiv è aumentato, negli ultimi 4 anni, del +120%: si è passati dai 503 casi del 2010 agli oltre 1.
"Quella dell'Aids - secondo Luc Montagnier, scopritore dell'Hiv e premio Nobel per la medicina nel 2008 - è una battaglia non ancora vinta e i numeri del contagio, soprattutto in Africa, ci dipingono una situazione intollerabile. E' nostro interesse intervenire lì, perché i germi non rispettano frontiere e se epidemie Aids e Ebola non verranno sconfitte in Africa rappresenteranno sempre un problema anche per noi". Fondamentale investire, oltre che in campagne informative, in ricerca, ma "tutti i finanziamenti per la ricerca sull'Aids sono fermi in Italia come elargizione dal 2012-2013 e come finanziamento dal 2009", ricorda Ferdinando Aiuti, immunologo. Infine, dalla presidente della Camera Laura Boldrini, arriva un pensiero di "vicinanza ai malati e alle loro famiglie". Questa Giornata, sottolinea, serve anche a ricordarci di "dire no ai pregiudizi che purtroppo si aggiungono al peso della malattia".
fonte: ansa
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