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Un italiano su quattro non crede ai vaccini

Infettivologia Redazione DottNet | 15/02/2017 20:18

Monito esperti Ue, lo scetticismo sui vaccini fa male

Il fenomeno dello scetticismo sui vaccini si diffonde in Europa causando una recrudescenza di varie malattie: per questo va contrastato con azioni il più possibile mirate, basate sul dialogo continuo con cittadini e strutture sanitarie, a partire dai medici di base. Questo il monito lanciato dalla conferenza sullo 'scetticismo sui vaccini', organizzata dalla direzione salute della Commissione europea che ha chiamato a raccolta esperti da tutta l'Ue. Il quadro non è confortante: il fatto che sempre più genitori in Europa scelgano di non vaccinare i propri figli sta rallentando l'eradicazione di malattie come il morbillo, aumenta la vulnerabilità a patologie che posso ritornare, come la difterite, e sta diventando un problema sempre più importante per gli adulti. I casi di morbillo, parotite e pertosse negli ultimi anni sono aumentati soprattutto nei soggetti con più di 15 anni.

Eppure, secondo i dati del Vaccine Confidence Project, il 20% degli italiani ha dubbi sulla sicurezza dei vaccini.

Il Paese più scettico dell'Ue è però la Francia, dove il dato si attesta al 41%. "La vaccinazione è essenziale, il lusso di poter non vaccinare il proprio figlio dipende dal fatto che oltre il 90% della popolazione vaccina i propri", ha detto nel suo intervento Rutger Jan van der Gaag, del Comitato permanente dei medici Europei (Cpme). Secondo i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), dal 2000 al 2009 quasi 5 milioni di bambini europei sotto i due anni non sono stati vaccinati contro morbillo-parotite-rosolia. Una prassi che ha contribuito al picco recente di infezioni di morbillo negli adulti, con il 25% dei casi registrati tra il 2014 e il 2016 che hanno interessato gli over 30. In Italia il dato è del 33%. Per contrastare lo scetticismo, l'Organizzazione mondiale della Sanità suggerisce programmi di immunizzazione "su misura", che coinvolgano il maggior numero di attori possibile.
 

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    In Italia si discute della proposta di rendere obbligatori i vaccini per legge. "Una legge può aiutare dove la cultura della vaccinazione è carente - spiega Lucia Pastore Celentano dell'Ecdc - ma le cose più importanti sono la fiducia e il livello di informazione del personale sanitario nella vaccinazione e cosa trasmettono alle famiglie". Spesso, racconta Celentano sulla base di uno studio Ecdc "i primi a mostrarsi scettici sono i medici, che invece hanno un ruolo essenziale". "Agire per legge va bene - commenta Enrica Alteri, dell'Agenzia europea del farmaco - ma potrebbe non rispondere al problema dell'accettazione dei vaccini.    L'obbligatorietà dovrebbe essere accompagnata da una campagna che spieghi che la vaccinazione è una questione di solidarietà e di salute pubblica come bene di tutti". 

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