Canali Minisiti ECM

Obesità correlata ad Alzhemer: mito o realtà?

Neurologia Medical Information Dottnet | 12/05/2017 14:07

L’insulino-resistenza come link tra l’eccesso di nutrienti e la malattia neurodegenerativa.

Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa progressiva, colpisce la memoria e le funzioni cognitive, e può indurre stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. La malattia è strettamente associata a placche amiloidi e ammassi neurofibrillari riscontrati nel cervello, ma non è nota la causa primaria di tale degenerazione. Si ritiene ci siano diversi geni coinvolti nella patogenesi oltre a dei fattori di rischio come traumi, depressione o ipertensione.

Un recente lavoro scientifico suggerisce, per la prima volta, che l’obesità, oltre ad essere un fattore di rischio per gli eventi cardiovascolari, può anche contribuire all’insorgenza dell’Alzheimer. L’obesità porta spesso con sé altre condizioni particolari come l’insulino-resistenza che sembra essere un fattore chiave in entrambe le patologie. L’obesità, infatti, essendo associata ad un eccessivo introito di grassi e zuccheri, rappresenta uno stadio preclinico verso l’insulino-resistenza nel corso del quale gli interventi nutrizionali sembrano dare grandi benefici. In tale contesto, agire sugli stili di vita per impedire l’instaurarsi di fattori di rischio legati all’obesità potrebbe contemporaneamente aiutare a preservare le funzioni cognitive e controllare lo sviluppo e la progressione dell’Alzheimer.

pubblicità

Il lavoro di Rodriguez-Casado riassume:

  • i meccanismi molecolari coinvolti nell’insulino-resistenza indotta dall’obesità
  • il contributo dell’infiammazione periferica e delle vie di segnalazione difettive legate all’insulina
  • l’accumulo ectopico dei lipidi
  • lo sviluppo dell’Alzheimer attraverso l’attivazione dell’infiammazione cerebrale
  • insulino-resistenza neuronale
  • la disfunzione cognitiva legata al disordine neurodegenerativo

Attraverso uno studio approfondito delle migliori evidenze scientifiche e delle terapie farmacologiche e non-farmacologiche per la gestione dell’obesità, insulino-resistenza e Alzheimer, gli autori sono riusciti a definire i meccanismi molecolari alla base dell’interconnessione tra queste patologie.

L’importanza dello studio è legata alla possibilità di delineare degli interventi nutrizionali come possibili approcci per prevenire o ritardare la progressione dell’Alzheimer e trattare, parallelamente, l’obesità.

Fonte:

Rodriguez-Casado et al. Defective Insulin Signalling, Mediated by Inflammation, Connects Obesity to Alzheimer Disease; Relevant Pharmacological Therapies and Preventive Dietary Interventions. Curr Alzheimer Res. 2017 Mar 16.

Commenti

I Correlati

Dalla Ragione, crescono le chiamate al numero verde Sos

La Società Italiana di Neonatologia (SIN) promuove da anni la donazione di latte umano, un vero salvavita per i bambini che non possono essere allattati al seno dalla propria mamma

Il valore di indice di massa corporea (Bmi) non sarebbe appropriato per le modifiche della composizione corporea con l'invecchiamento

Una review pubblicata sul Journal of Traslational Medicine punta i riflettori su alcuni alimenti che fanno parte integrante della dieta mediterranea, ma che vengono spesso sottovalutati

Ti potrebbero interessare

Sinpf e Sinpia: “Aderenza a cure fondamentale per controllare l’impulsività”

Una ricerca internazionale apre nuove prospettive per la cura del Parkinson

In Italia circa 1 bambino su 77 soffre di un disturbo dello spettro autistico (dati ISS), 5 bambini su 100 manifestano un disturbo del linguaggio o dell’apprendimento e da 3,5 a 5 su 100 un deficit dell’attenzione e iperattività

Studio spagnolo svela segni di malattia nel 95% degli over 65 con 2 copie del gene ApoE4

Ultime News

Eleonora Selvi, Presidente Fondazione Longevitas: Il 90 per cento degli adulti è a rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio. La prevenzione vaccinale è investimento nel futuro sostenibile della nostra società sempre più longeva

Rimosse 5 combinazioni e aggiunte 4 nuove combinazioni di patogeni resistenti agli antibiotici

Giodice: “Quella che vivono quotidianamente le persone affette da Esofagite Eosinofila o altre patologie gastrointestinali eosinofile è una vera e propria odissea, alla ricerca di cure, ricerca e sostegno che faticano ad arrivare da parte delle Istit

A base di 17-Ohpc, sono usati anche per prevenire l'aborto