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Ddl concorrenza, ecco gli emendamenti per le farmacie

Farmacia Redazione DottNet | 18/06/2017 20:30

In settimana i lavori delle Commissioni. A Montecitorio il 26 giugno

Riappaiono gli emendamenti al Ddl concorrenza: di nuovo in pista la liberalizzazione della fascia C, riduzione del tetto regionale sulle catene di farmacie, innalzamento delle soglie di fatturato che danno diritto alle agevolazioni per rurali e piccole farmacie. Sette di essi (presentati da Si, Sel, Possibile, Mdp e M5S) cercano di riproporre la liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta, già stoppata nelle due precedenti letture tanto alla Camera quanto al Senato. Dieci, invece, sono gli emendamenti che propongono di rivedere verso il basso il tetto regionale del 20% sul numero di farmacie controllabili dalla stessa catena (introdotto a Palazzo Madama): Fi-Pdl ipotizza in tre diverse proposte di scendere al 15 o al 10%; Si, Sel e Possibile spingono con due emendamenti per il 5 o addirittura il 3%; M5S e Mdp propongono rispettivamente il 5 e il 3%.



M5S e Si-Sel-Possibile mettono anche sul tavolo due emendamenti – uno ciascuno – che obbligherebbero le società di capitale a iscriversi a un «apposito elenco della Fofi» oppure a uno gestito dal ministero della Salute. Un’altra proposta del M5S destinerebbe invece il 3% del fatturato delle società che gestiscono farmacie a un fondo di solidarietà riservato ai rurali, mentre due emendamenti del Gruppo autonomie chiedono l’esclusione del fatturato del dispensario da quello della farmacia (per preservare la collocazione del titolare delle fasce di sconto previste dalla legge) e la revisione delle soglie sotto alle quali scattano le agevolazioni per rurali e piccole farmacie.

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Meno noti, invece, i due emendamenti (di Si-Sel-Possibile e Mdp) che mirano ad abbassare il quorum a duemila abitanti per farmacia e la proposta (sempre di Si, Sel e Possibile). Se venissero approvati le parafarmacie potranno offrire autoanalisi e Cup.

L’esame degli emendamenti da parte delle commissioni riunite dovrebbe cominciare in settimana, nella quale i due gruppi lavoreranno sul ddl in tutti e tre i giorni del calendario parlamentare, da martedì a giovedì. L’approdo del disegno di legge all’aula di Montecitorio rimane in agenda per il 26 giugno

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