Acquisiti gli atti anche dall'ospedale di Portogruaro. Occorre stabilire il ceppo
Indaga per omicidio colposo contro ignoti la Procura di Trento, in seguito alla morte per malaria a Brescia di una bambina di Trento. L'inchiesta, aperta contro ignoti d'ufficio con questa accusa, punta ad accertare se siano stati seguiti i protocolli prescritti per le cure per ricostruire con precisione le tappe cliniche che hanno portato alla morte della bimba.
Era stata ricoverata prima per diabete a Portogruaro e a Trento, poi era tornata in quest'ultimo ospedale, dove una prima volta le era stata diagnosticata una faringite e una seconda la malaria, fatale poco dopo il trasferimento a Brescia. Terzo punto da verificare, se gli elementi che è possibile raccogliere lo consentiranno, è come sia avvenuto il contagio, quindi se attraverso strumenti utilizzati per le cure o a causa della puntura di una zanzara.
Titolare del fascicolo a Trento, su cui sta lavorando il Nas dei carabinieri, è il procuratore capo, Marco Gallina, che è in attesa, tra l'altro, di acquisire dall'ospedale di Portogruaro (Venezia), la documentazione per i giorni di ricovero della piccola in quella struttura. Era infatti stata portata lì quando si era sentita male durante una vacanza in campeggio a Bibione.
Per riuscire a chiarire le cause del contagio della piccola Sofia, morta per una forma grave di malaria, è ora cruciale stabilire il ceppo che l'ha colpita: se risultasse lo stesso dei due bambini africani ricoverati a Trento sempre per malaria, in concomitanza con la piccola, allora il contagio "sarebbe sicuramente avvenuto in ambiente ospedaliero".
A ipotizzarlo è il vicepresidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Massimo Galli, il quale precisa come in un simile caso resterebbe però da capire in che modo ciò possa essere avvenuto. "Se dalle analisi in corso emergesse che il ceppo o variante del parassita Plasmodium Falciparum che ha provocato la malaria nei due bambini ricoverati a Trento e nella piccola Sofia fosse lo stesso - spiega Galli all'ANSA - allora il contagio della bambina sarebbe sicuramente avvenuto in ospedale ma resterebbe da capire in che modo".
Se il ceppo "risultasse invece differente - afferma - allora il contagio sarebbe avvenuto in un contesto diverso". Resta dunque, al momento, la totale incertezza sul come la bimba possa essersi infettata. Il contagio della malaria, chiarisce l'infettivologo, "può infatti avvenire attraverso la punture di zanzare vettori della malattia 'importate' da paesi dove la malattia è endemica o attraverso la puntura di zanzare autoctone che, avendo precedentemente punto soggetti infettati, hanno poi contagiato soggetti terzi". Nel primo caso, chiarisce, "le zanzare vettore possono essere state introdotte in Italia da viaggiatori di ritorno, ad esempio nei bagagli".
Quanto alle zanzare autoctone, "in Italia - afferma - ci sono almeno due specie di zanzara anofele in grado di trasmettere la malaria dopo aver punto ed assorbito sangue di un soggetto già infetto". Tuttavia, precisa, "le zanzare 'autoctone' difficilmente sono risultate in grado di trasmettere il ceppo di origine africana del Plasmodium Falciparum". Escludendo l'ipotesi di un contagio attraverso la puntura di zanzare, autoctone o 'importate', resta appunto in campo l'eventualità del contagio in ospedale: "La trasmissione del parassita, in quest'ultimo caso - rileva Galli - sarebbe possibile attraverso l'utilizzo di siringhe infette o trasfusioni sempre di sangue infetto". Perchè il contagio avvenga, conclude il vicepresidente Simit, "non è tuttavia sufficiente un semplice contatto col sangue, come ad esempio nell'ipotesi di un contatto epidermico tra Sofia e gli altri bambini malati".
Sono cinque le specie di parassiti che causano la malaria negli esseri umani, ma uno è il tipo più pericoloso: il Plasmodium Falciparum. Quest'ultimo è lo stesso che ha colpito la piccola Sofia, deceduta per la malattia, ed i due bambini già ricoverati all'Ospedale di Trento. Ciascuno dei tipi di malaria presenta diverse varianti o ceppi. La malaria, si spiega sul sito del ministero della Salute, è una malattia infettiva causata da un microrganismo parassita del genere Plasmodium, che si trasmette all'uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. Il contagio è possibile anche da trasfusioni di sangue infetto utilizzo di siringhe e strumenti infettati. Le zanzare infette sono dette "vettori della malaria" e pungono principalmente tra il tramonto e l'alba.
Questa malattia è la principale causa di mortalità in numerose nazioni. In Italia è scomparsa a partire dagli anni '50 e i casi di malattia che si verificano, comunque, ogni anno nel nostro Paese, sono legati soprattutto ai turisti che rientrano da paesi malarici e all'immigrazione da tali Paesi. Esistono quattro principali specie di parassiti che causano la malaria negli esseri umani: Plasmodium falciparum, responsabile della malaria maligna o terzana; Plasmodium vivax responsabile della terzana benigna; Plasmodium ovale che provoca una forma simile di malaria terzana benigna; Plasmodium malariae responsabile di una forma di malaria definita "quartana" a causa della caratteristica periodicità con cui si presenta la febbre. Il Plasmodium falciparum e il Plasmodium vivax sono i più comuni. Il Plasmodium falciparum è il più letale. Nelle zone endemiche non sono rare infezioni "miste", con contemporanea presenza di plasmodi di tipi diversi.
Si sono anche verificati casi di malaria umana dovuti al Plasmodium knowlesi, una specie che causa la malaria nelle scimmie ed è localizzata in alcune aree forestali del Sud-Est asiatico. Il periodo di incubazione della malaria, ovvero il tempo trascorso tra la puntura infettante e la comparsa dei sintomi clinici, è di circa 7-14 giorni per l'infezione da P. falciparum, di 8-14 giorni per P. vivax e P. ovale, e di 7-30 giorni per P. malariae. Per alcuni ceppi di P. vivax l'incubazione si può protrarre per 8-10 mesi; tale periodo può essere ancora più lungo per P. ovale. Nel caso di infezione malarica da trasfusione, il periodo di incubazione può dipendere dal numero di parassiti trasfusi ed è usualmente breve, ma può protrarsi fino a due mesi.
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