Più infezioni da rapporti sessuali. Il 1 dicembre sarà la Giornata mondiale
Si conferma anche per il 2016 il leggero calo nei nuovi casi di infezione da hiv e diagnosi di aids, registrato dal 2012. La maggior parte dei nuovi casi si ha negli uomini e per via di rapporti sessuali non protetti, sia omosessuali che eterosessuali. Rimane stabile il numero delle donne e delle persone morte con aids. Sono alcuni dei dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss), pubblicati dal ministero della Salute, in vista della Giornata mondiale dell'Aids del 1 dicembre. Secondo i dati, aggiornati al 31 dicembre 2016, nel 2016 sono state 3.451 le nuove diagnosi di infezione da hiv, pari a 5,7 nuovi casi per 100mila residenti.
Cifre che, come l'anno scorso, pongono l'Italia alla pari della Grecia al tredicesimo posto tra le nazioni dell'Unione europea. In generale, rileva l'Iss, negli ultimi anni c'è stata una lieve diminuzione del numero delle nuove diagnosi di infezione da hiv per tutte le modalità di trasmissione del virus, anche se con una distribuzione diversa.
La maggiore incidenza di nuovi casi si è avuta tra i 25 e 29 anni, anche se l'età media alla diagnosi era di 39 anni per gli uomini e 36 per le donne. Nel 2016 le regioni con l'incidenza più alta sono state Lazio, Marche, Toscana e Lombardia. Consistente anche la quota di stranieri: nel 2016 il 35,8% delle persone con una nuova diagnosi di hiv era di nazionalità straniera, di cui il 65,5% eterosessuali. Per quanto riguarda l'aids, dei 778 casi segnalati l'anno scorso al Centro Operativo Aids, pari a 1,3 nuovi casi per 100.000 residenti, oltre la metà era costituito da persone che non sapevano di essere sieropositive. E' aumentata infatti nel tempo la proporzione delle persone con nuova diagnosi di aids che scopre di essere sieropositiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di aids. Nell'ultimo decennio sono passati dal 20,5% del 1996 al 76,3% del 2016.
Somministrato per iniezione due volte l'anno, il farmaco ha dimostrato un'efficacia di oltre il 99,9% nel prevenire il contagio negli adulti e negli adolescenti, talmente alta da poter essere considerato funzionalmente simile a un vaccino
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