Canali Minisiti ECM

Seimila italiani con Hiv in stadio avanzato senza saperlo

Infettivologia Redazione DottNet | 21/04/2018 20:00

Studio Iss: l'82% sono uomini che hanno contratto il virus per via sessuale

Sono sieropositivi da parecchio tempo ma non lo sanno, con un'infezione da Hiv in fase avanzato. E' la condizione in cui vivono 6mila persone in Italia, che sono ad alto rischio di ammalarsi di Aids. L'82,8% di loro sono maschi che hanno preso il virus per via sessuale, nel 33,4% dei casi con rapporti eterosessuali e nel 35% con rapporti omosessuali.    Lo stimano i ricercatori dell'Istituto superiore di sanità (Iss) in uno studio pubblicato sulla rivista Eurosurveillance, riferito al periodo 2012-2014.   

In queste persone il sistema immunitario si è dunque indebolito e senza l'inizio di una terapia antiretrovirale "sono ad alto rischio di avere l'Aids. Se non si interviene in tempo, prima o poi ci si ammala. Chi invece riceve una diagnosi di sieropositività e inizia un trattamento quanto prima vive più o meno quanto una persona sana", precisa l'epidemiologo dell'Iss, Gianni Rezza. Complessivamente in Italia le persone che vivono con l'Hiv sono circa 130.000 (è l'ultimo dato disponibile che si riferisce al 2016). "Ma si stima che 15mila non abbiano ricevuto una diagnosi - spiega Vincenza Regine, una dei ricercatori dell'Iss che hanno pubblicato lo studio - Di questi 6mila hanno un'infezione da Hiv in stato avanzato, cioè pari al 40% dei non diagnosticati". In termini di prevalenza sono 11,3 casi per 100.000 abitanti, con forti variabilità regionali, che vanno dai 0,7 casi per 100.000 abitanti della Calabria ai 20,8 della Liguria.

pubblicità

Nell'Unione europea "si stima che i casi non diagnosticati siano 101mila - continua Regine - di cui circa il 33% in fase avanzata". Il dato italiano dunque è un po' sopra la media europea, anche se "va considerato che quello del nostro Paese si riferisce agli anni tra il 2012 e 2014 - aggiunge la ricercatrice - mentre quello europeo al 2016. E sappiamo che a livello europeo il numero dei casi non diagnosticati è in calo".   Complessivamente, dall'inizio dell'epidemia nel 1982 al 2016 sono stati segnalati quasi 69.000 casi di Aids in Italia, di cui oltre 44mila morti fino al 2014. Nel 2016 sono stati diagnosticati 778 nuovi casi di Aids, di cui oltre il 50% costituito da persone che non sapevano di essere Hiv positive.

Nell'ultimo decennio, segnala l'Iss, è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e l'ha scoperta nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids (passando dal 20,5 del 1996 al 76,3% del 2015).   "Le persone infette sono tante in Italia - conclude Rezza - Indubbiamente in questi ultimi anni si è parlato molto meno di Hiv e Aids e si sono fatte meno campagne di sensibilizzazione, che andrebbero invece potenziate".

fonte: ansa

Commenti

I Correlati

Cdc, 59 clienti esposte al rischio in un centro Spa

Al Croi nuovi dati su associazione bictegravir /emtricitabina /tenofovir alafenamide

A 68 anni è il paziente più anziano ad aver avuto la remissione

Ferrante: "Test in corso negli Usa. Se funziona può aprire una nuova era"

Ti potrebbero interessare

Cattolica-Gemelli, presente nel 13-16% dei test, tipo virulento

A svilupparlo i ricercatori della Duke University. Incoraggia il sistema immunitario a colpire una porzione della superficie del virus che è meno variabile

Lo studio sulla figlia di JN.1 che negli Usa ha sorpassato la madre ed è responsabile di 1 caso su 4

L’approccio corretto e vincente prevede più vaccini diversi che possano rispondere all’appropriatezza vaccinale individuale, in sostanza un vaccino “giusto” per ogni singolo paziente

Ultime News

I pensieri e le esperienze delle pazienti di Salute Donna Onlus ispirano “Note di Vita”, un decalogo che aiuta a comprendere stati d’animo ed emozioni di chi convive con una diagnosi di tumore al seno avanzato. Dal 13 ottobre online sui canali social

Questo sta avvenendo nonostante siano stati resi rimborsabili da un decreto del Ministero della Salute nel luglio del 2021

Dopo la diagnosi una donna su 4 smette di lavorare e rinuncia alla possibilità di avere figli (60 per cento). Cambia inoltre la percezione del tempo: il 37 per cento da più valore alle piccole cose e al tempo in generale (30 per cento), ma quasi la m

L'azienda anglo-svedese a fine aprile ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari nel corso di un procedimento legale a Londra che il suo vaccino anti Covid può causare trombosi come raro effetto collaterale