Lettera aperta al Governo che verrà
Un sistema sanitario che "versa pessima salute e in prognosi riservata" e di cui si chiede di "rilanciare il ruolo". A quarant'anni dalla sua istituzione, così lo descrivono i medici che vi lavorano nella lettera aperta indirizzata al "Governo che verrà". A scriverla è Costantino Troise, segretario dell'Anaao Assomed, principale organizzazione sindacale della dirigenza medica. Di fronte alle "sfide epocali che stiamo vivendo", come l'aumento dell'anzianità della popolazione, l'arrivo di nuovi e costosi farmaci, la crescita delle diseguaglianze tra Nord e Sud, "la Sanità pubblica è in involuzione recessiva, espulsa dal radar della politica e dall'agenda dei Governi, se non come puro costo da abbattere".
E anche "la formazione medica è assurta a vera emergenza nazionale" con "giovani medici che rimangono per anni in uno stato di precariato, che li spinge a cambiare Paese". "Al Governo del cambiamento - prosegue la lettera - chiediamo di rilanciare il ruolo del Ssn, in quanto preziosa infrastruttura sociale, civile e professionale del nostro Paese, di preservarne l'universalismo e la sicurezza delle cure, di arrestare la crescita delle diseguaglianze". Questo "richiede di rafforzare il finanziamento della sanità pubblica", che è "il secondo miracolo economico italiano, grazie al migliore rapporto in Europa tra costi e risultati". Ma richiede anche di "ri-capitalizzare il lavoro che ne è valore fondante" attraverso "un nuovo Patto con le professioni della sanità" che deve iniziare attraverso il "dare ascolto a chi reclama il diritto a curare con dignità, autonomia e responsabilità"
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"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
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