Aumentano le prove che l'inquinamento mina la salute del cervello
Lo smog, l'inquinamento da traffico urbano, potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di demenza: vivere nelle aree cittadine più inquinate aumenta del 40% il rischio di demenza rispetto ad abitare in aree urbane poco trafficate. È il dato emerso da uno studio di Iain Carey, del Population Health Research Institute presso la St George's, University di Londra insieme ai colleghi del King's College London. Negli ultimi anni svariati studi hanno evidenziato la possibilità che l'inquinamento faccia male al cervello; solo di recente un lavoro condotto in Cina e pubblicato sulla rivista PNAS ha mostrato l'effetto deleterio dello smog sulle funzioni cognitive (ragionamento, memoria etc), specie per gli anziani.
E ancora, uno studio pubblicato all'inizio di quest'anno sulla rivista Translational Psychiatry e condotto presso l'Università di San Francisco in Californiache ha coinvolto un campione di sole donne (oltre 3600 donne anziane, tutte sane all'inizio dello studio) ha evidenziato che essere esposti a smog e in particolare a certe particelle inquinanti potrebbe raddoppiare il rischio di Alzheimer, la forma più comune di demenza.
È emerso che a parità di altri fattori influenti come gli stili di vita, gli adulti che abitavano in zone cittadine più inquinate presentavano un rischio di demenza del 40% maggiore rispetto alle persone residenti nelle aree meno inquinate. Studi sono in corso per capire in che modo lo smog minacci la mente: alcune ricerche hanno già suggerito la possibilità che alcune particelle inquinanti riescano a penetrare nel cervello.
fonte: pnas
Il trattamento con brexpiprazolo (2-4 mg/die) ha ridotto significativamente i sintomi della schizofrenia misurati dal punteggio totale PANSS rispetto al placebo
Molecola agisce sulla neuroinfiammazione e rallenta la progressione della patologia. In Italia 50mila pazienti
Lanciata l’Alleanza italiana per la Salute del Cervello, un’organizzazione strutturata a firma 'One Brain One Health' e 'Italian Brain Health Strategy'
Lo rivela uno studio condotto da un team di bioingegneri dell'Università di Pisa, Gaetano Valenza, Zoran Matić e Vincenzo Catrambone, pubblicato su Nature Reviews Cardiology
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti