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Rossi (Toscana): così rivoluzionerò l'Intramoenia

Professione Redazione DottNet | 05/11/2018 19:38

La Regione potrebbe riacquistare la metà del tempo concesso ai medici per la propria attività

Il ministro Grillo ne aveva parlato per prima, ma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi è tornato sull'Intramoenia, che non ha mai gradito, dichiarando che presto verrà riformata. Si tratta di un provvedimento che riguarderà solo la Toscana, ma che potrebbe essere ripreso anche da altre regioni se darà buoni risultati. C'è da dire che negli ultimi anni il lavoro professionale all'interno degli ospedali non dava più i lusinghieri risultati degli annis corsi,

dottnet.it/articolo/22629/ai-medici-l-intramoenia-non-piace-calano-ricavi-e-volumi-di-attivita-/" target="_blank">tanto che pure i medici si stavano lentamente allontanando. Se, dunque per il ministro Grillo " La normativa va tutta rivista, perché negli anni è stata fortemente manipolata, oggetto di proroghe e deroghe. L'ipotesi è di intervenire anche sull'intramoenia, che doveva e poteva essere uno strumento utile per accelerare, ma non nella misura in cui il cittadino è obbligato a farlo", per Rossi è giunto il momento di dare una risposta concreta ai cittadini.

La proposta

Rossi, dopo le novità introdotte a maggio con l’acquisto di prestazioni in intramoenia per ridurre le liste d’attesa in chirurgia e a giugno con un'operazione analoga per abbattere le liste d’attesa ambulatoriali, torna alla carica. Secondo la legge, il medico dipendente del Ssn in rapporto di esclusività può dedicare 10 ore settimanali alla libera professione oltre l’orario di lavoro istituzionale. La modifica che vuole apportare Enrico Rossi prevede una sorta di acquisto da parte della Regione di almeno metà di questo tempo, cioè 5 ore, per utilizzarlo come attività aggiuntiva del medico ed evitare che i cittadini debbano sborsare cifre consistenti per una prestazione privata. Un modo per ridurre le liste d’attesa e ottenere un consistente numero di prestazioni a servizio di tutti. Le novità riguarderebbero anche l'extramoenia che di fatto subirebbe un vistoso taglio attraverso un accordo che incentivi i medici ad avere un rapporto di esclusività con il Ssn. L'operazione prevede un lasso di tempo per dare la scelta a coloro che attualmente la praticano e che hanno investito in immobili e strumentazioni.

Le reazioni

"L’uscita del Presidente della Giunta regionale della Toscana Enrico Rossi sulla limitazione della libera professione intramoenia dei Medici e dirigenti sanitari dipendenti del SSR presenta importanti elementi di criticità politica oltre che di illegittimità giuridica", afferma il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo. "Appare problematico, se non impossibile – aggiunge – modificare norme contenute in leggi statali e in contratti collettivi nazionali di lavoro attraverso una legge a valenza regionale. Il Presidente Rossi, peraltro in aperta contraddizione con se stesso, da un lato attacca il regionalismo differenziato di Lombardia e Veneto (dimenticando, chissà perché, l’Emilia Romagna) e dall’altro, attraverso una proposta di legge regionale, ne vorrebbe utilizzare gli strumenti per modificare lo stato giuridico dei medici dipendenti della Toscana".

"Le sue proposte, riportate dalla stampa – prosegue Palermo – appaiono difficilmente adattabili ad un mondo professionale che vive con disagio crescente le proprie condizioni di lavoro, al punto da aspettare con ansia la via di fuga della pensione o, addirittura, anticiparla volontariamente. "I medici specialisti dipendenti rappresentano oramai una razza in via di estinzione. I rari concorsi vanno deserti e le dotazioni organiche sono così ridotte che è diventato problematico perfino il godimento delle ferie o di un fine settimana, libero da guardie e reperibilità, da trascorrere in pace con la propria famiglia. Le risorse per pagare gli straordinari, necessari per garantire i servizi essenziali ai cittadini, terminano dopo pochi mesi. Né la Legge di Bilancio 2019 prevede i finanziamenti necessari per aprire una stagione di assunzioni che incida strutturalmente sulle vere cause delle liste d’attesa".

"Non abbiamo bisogno di ulteriori motivi e limitazioni di diritti, per favorire l’esodo dei professionisti verso la pensione o verso l’attività privata. Bisogna, piuttosto, tutti lavorare per arrivare a sottoscrivere, dopo 10 anni, un contratto giusto ed equo che permetta di premiare la carriera e il lavoro disagiato dei professionisti, e chiedere con forza al Parlamento e al Governo uno stanziamento adeguato da destinare alle assunzioni, magari riducendo le detrazioni fiscali oggi concesse a fondi sanitari di fatto sostitutivi della sanità pubblica ed al welfare aziendale", precisa Palermo

"Se l’obiettivo è quello di incrementare l’offerta di servizi per i cittadini, in attesa di implementare le dotazioni organiche, si indirizzino a questo scopo tutte le risorse che le Regioni incassano dall’attività libero professionale intramoenia svolta dai medici dipendenti del SSN", aggiunge Palermo. "Si tratta, a livello nazionale, di oltre 300 milioni di euro ogni anno, al netto della tassazione Irpef, una cifra ben superiore ai miseri 50 milioni previsti nella nuova Legge di Bilancio. E per favorire l’adesione ai programmi di riduzione delle liste di attesa da parte dei professionisti, si preveda una Flat tax al 15% della remunerazione, come è stato fatto per i docenti delle scuole, anche in considerazione del grande significato sociale che assumerebbe questo progetto", conclude l'esponente Anaao

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