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Contratto medici, Palermo (Anaao): qualcosa si muove

Sindacato Redazione DottNet | 14/11/2018 21:38

Trizzino (M5S): prima il reddito di cittadinanza poi il contratto

Denunciano "lo smantellamento della sanità pubblica" e "l'assenza da 10 anni del contratto di lavoro con gravi danni economici e professionali". I sindacati dei medici dipendenti del Ssn sono scesi di nuovo in piazza a Roma e hanno chiamano all' appello la politica in una assemblea pubblica al cinema Nuovo Olimpia, a pochi metri dalla Camera dei deputati. "Fino al 23 novembre, giorno dello sciopero nazionale, continueremo la nostra battaglia", hanno evidenziato i sindacati. Tra i politici presenti anche esponenti della maggioranza, i parlamentari M5S Giampiero Trizzino e Manuel Tuzi.

"Il rinnovo del contratto dei medici è una preminente questione che va affrontata e so che da parte del ministro c' è attenzione, ma si tratta di trovare le risorse adeguate. In questo momento non è semplice, sappiamo che il bisogno sociale del nostro Paese è preminente: abbiamo 6 milioni di poveri ed è il primo argomento su cui dobbiamo far convergere la nostra attenzione.

Il reddito di cittadinanza è una risposta più o meno apprezzata dalla politica e dalla società, poi vengono tutte le altre cose. E il contratto dei medici fa parte di questo pacchetto", afferma Trizzino, deputato M5S e componente della Commissione Affari sociali "Un medico è un operatore della sanità - ha aggiunto Trizzino - hanno due obiettivi pressanti: veder migliorata la qualità del lavoro e anche l' adeguamento retributivo. Su queste due linee c' è da parte del M5S la massima attenzione. Ma occorre lavorare anche al superamento del Ssn, che quest' anno compie 40 anni, e ha bisogno di un restyling".

Una delegazione dei sindacati della dirigenza medica ha incontrato la presidente della Commissione Affari sociali della Camera, Marialucia Lorefice (M5S). "E' il secondo incontro - ha spiegato Andrea Filippo, segretario nazionale Fp Cgil medici - abbiamo apprezzato la disponibilità ad ascoltarci. C' è l' impegno da parte della presidente Lorefice e dei tecnici del ministero della Funzione pubblica, presenti all' incontro, a risolvere il problema del tetto del salario accessorio imposto dalla legge Madia e bloccato al 2016". "Ci è stato detto che nel 'decreto concretezza' ci sarà una norma per sbloccare questo tetto - ha precisato Filippi - Non abbiamo molto chiaro se questo ci consentirà di reintrodurre la Ria (retribuzione individuale di anzianità). Noi ci aspetteremmo di sì, ma prevediamo una dialettica con le Regioni che hanno usato questa voce per altri scopi e non per qualificare i professionisti. Confermiamo lo sciopero - sottolinea - perché in ballo ci sono altre questioni: assunzioni straordinarie, il finanziamento del fondo sanitario e il tetto alle spese per il personale e lo sblocco delle assunzioni".

"Qualcosa si sta muovendo - rileva Carlo Palermo, segretario Anaao Assomed - l'apertura sulle questioni economiche del contratto è fondamentale per fermare la fuga dei colleghi verso la pensione e il privato. Chiudere il contratto significa tornare a rendere il Ssn attrattivo per i professionisti".  Lo sciopero non può essere fermato, a meno di accordi sottoscritti con il Governo. Però oggi - ha proseguito Palermo - c' è stata una prima apertura nel senso di valutare le nostre richieste di superare il blocco del salario accessorio, previsto dalla legge Madia che lo fissa al 2016, per quanto riguarda la Ria (Retribuzione individuale di anzianità). In realtà la Ria non comprende spese specifiche dello Stato, è una sorta di risparmio che incamerano le aziende sanitarie. Risparmio che viene sfruttato per altre questioni non sempre indirizzate alla cura dei cittadini. Noi chiediamo che queste risorse, la Ria appunto, possano superare il limite previsto dalla legge Madia ed essere utilizzate per ridurre i disagi dei medici. Questo significa la reperibilità, lo straordinario, le notti e le guardie festive. Tutta una serie di istituti che si traducono in vantaggi diretti per i cittadini e possono aiutare a favorire la carriera dei medici, perché oggi come oggi abbiamo 100 mila dirigenti medici bloccati in nella fascia di 'professional' che necessità di essere articolata in più posizioni modo tale dare ai medici  una prospettiva di crescita diversa".

Secondo Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac, presente all' incontro con la presidente Lorefice, "oggi è l' ennesima fumata se non nera grigia, nel senso che abbiamo assistito a una serie di prese di posizioni e di impegni sul Ssn, ma di fatto non si è sbloccato nulla sulla vertenza. Lo sciopero resta confermato - ha sottolineato Vergallo - anzi non escludiamo anche altre giornate. Di fatto assistiamo a continue promesse. E' pur vero che questo Governo eredita situazioni incancrenite da decenni, ma ora c' è una emergenza e qualcuno la dovrà affrontare". "Quello che è stato promesso rimangono opinioni personali e non un impegno dell' agenda di Governo - ha rimarcato Giuseppe Ettore, presidente della Federazione sindacale dei  medici dirigenti (Fesmed) - Quando poi ci si confronta con le Regioni e con il Mef ci si trova davanti un imbuto e non si capisce chi deve risolvere la matassa. Noi chiediamo che la salute dei cittadini e della sanità pubblica ritornino al centro dell' agenda pubblica".

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