Informare è fondamentale per i generici, biosimilari, per la continuità delle cure e l'aderenza terapeutica
Alla base di una corretta informazione del paziente vi è una buona comunicazione col medico. Questa la convinzione alla base della pubblicazione da parte di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, dell'opuscolo "L'informazione al paziente, tra diritto e valore", con il contributo incondizionato di Roche, disponibile sul sito www.ondaosservatorio.it. L'obiettivo è promuovere una corretta informazione, che oggi, nel vasto panorama di opzioni terapeutiche, che comprende anche generici e biosimilari, è ancor più importante per la continuità delle cure e l'aderenza terapeutica. "Secondo i dati di recenti indagini di Cittadinanzattiva- Tribunale per i diritti del malato solo la metà dei medici dichiara di accertarsi che l'assistito abbia compreso le indicazioni su terapie e percorso di cura e delle eventuali difficoltà economiche; per un terzo non è prioritario informare su alternative terapeutiche o sull'esistenza di farmaci equivalenti o biosimilari", spiega Francesca Merzagora, presidente Onda.
"I pazienti-prosegue- hanno una conoscenza scarsa del farmaco biosimilare: solo il 9% sa la differenza tra biologici e biosimilari, mentre il 41% non ha la minima idea di cosa sia un biosimilare". La pubblicazione di Onda offre uno spazio di approfondimento sul tema, prendendo spunto da tre documenti di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), società scientifiche (Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica, Sif, Società Italiana di Farmacologia, Sifo, Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie, Cipomo, Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) affiancate dalla Fondazione Aiom e da Farmindustria. I tre position paper condividono la necessità di affidare esclusivamente al giudizio clinico e dunque al medico prescrittore la scelta rispetto al tipo di farmaco, valorizzando il coinvolgimento del paziente che deve essere sempre informato sulle motivazioni della decisione terapeutica.
Chi guadagna di più sono i chimici con 92.700 euro/anno, seguiti dai medici, con uno stipendio medio annuo di 90.593 euro e dai veterinari a poco più di 90.440 euro/anno
L’obbligo di prova, quindi, per il soggetto danneggiato, si ferma all’individuazione del cosiddetto nesso di causalità fra i due eventi
Il contributo che si versa è fiscalmente detraibile dalle imposte al 19% fino a circa 1.300 euro l’anno
Con lui Donatella Ussorio de l’Aquila, dalla beneventana Alessia Pica, rispettivamente Vicepresidente e segretario, Irene Pontarelli, di Isernia, con il ruolo di Tesoriere, e il romano Valerio De Lorenzo, consigliere
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Nocco, presidente AIIC, “Tutto il Paese e tutta la sanità con i suoi infiniti snodi, si attendono dalle soluzioni e dalle innovazioni tecnologiche un contributo effettivo in termini di miglioramento dei servizi, di qualità organizzativa, di ridimensi
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