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Aifi, aggressione alle professioni sanitarie: pronti a reagire

Professione Redazione DottNet | 27/12/2018 17:09

La protesta dei fisioterapisti

"La manovra contiene quella che potrebbe essere la più grande sanatoria per abusivi di professioni sanitarie della storia. Volevano salvare posti di lavoro e invece hanno scritto un monstrum giuridico inaccettabile che di fatto legalizza l' abusivismo". Lo afferma l' Aifi, Associazione italiana fisioterapisti. "L' hanno scritto in pochi, di nascosto, di notte - prosegue in una dura nota - e infilato in un provvedimento che sapevano avrebbe dovuto avere la fiducia. Altro che trasparenza. Altro che democrazia diretta. Dicono che non ci sarà equiparazione, ma si sono dimenticati di scriverlo. Manca la valutazione dei titoli di studio e del percorso formativo, manca la valutazione delle competenze. Non si capisce cosa voglia dire 'professione sanitaria di riferimento'".

"Avevamo proposto semplicemente - ricorda l' associazione - di riaprire i termini per le procedure di equivalenza per chi aveva titoli pre '99 e si sarebbero risolti gran parte dei problemi.

Avevamo chiesto che ministero e Regioni risolvessero quello che in questi anni hanno lasciato insoluto. Tutte cose che aveva detto il presidente Aifi Tavarnelli anche nell' incontro ufficiale con l' onorevole Lorefice che, a quanto pare, ha preferito ascoltare altre campane". "Leggendo letteralmente il provvedimento - precisano i fisioterapisti - chiunque abbia 'lavorato' come finto professionista sanitario per almeno 3 anni, anche non continuativi, negli ultimi 10 anni, può continuare serenamente a fare quello che ha sempre fatto perché iscritto in un 'elenco speciale'. Che lo abbia fatto senza titoli di studio adeguati, che lo abbia fatto senza una verifica certa delle competenze, non importa. Non hanno pensato alla salute dei cittadini, ma solo a dare qualche contentino a qualcuno. Sono caduti, più o meno consapevolmente, nella trappola di chi, mentendo loro, gli ha fatto credere che avrebbe perso il posto di lavoro con gli Albi".

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"Se una persona ha conseguito un diploma rilasciato dopo il '99 da un ente con avallo regionale - prosegue l' Aifi - con l' avvento degli Albi avrebbe potuto serenamente continuare a fare le mansioni, limitate, che quel diploma gli consentiva senza doversi iscrivere ad alcunché. Ma evidentemente qualcuno sapeva di compiere quotidianamente abuso di competenze di altre professioni. Avevano bisogno di uno scudo ed eccolo qui: l' iscrizione negli elenchi speciali. Uno scudo per tutti i potenziali abusivi, sia chi non ha titoli di studio, sia chi ne ha di minori e con questa norma si trova di fatto protetto in qualsiasi sua attività". "Sui social sta esplodendo la protesta. Centinaia i commenti contro il ministro Grillo che sembra aver sostenuto fino all' ultimo questa norma. Grave - commenta l' associazione - che un ministro non capisca le conseguenze di quelle quattro righe inserite a forza nella manovra finanziaria dopo che due emendamenti analoghi erano stati rigettati e ritirati. Al ministro Grillo chiediamo se, da medico, consentirebbe l' iscrizione a un elenco speciale negliOrdini dei medici di una persona senza titoli semplicemente per il fatto di aver scimmiottato il fare medico per 3 anni. Crediamo di no. E invece ha sostenuto questo sfregio nei confronti di 250.000 professionisti sanitari di 19 professioni diverse". La battaglia sembra però ancora aperta.

"Per diventare operativa, oltre alla scontata fiducia che incontrerà alla Camera - si puntualizza nella nota - servono la firma del Capo dello Stato, la valutazione di costituzionalità, il decreto attuativo che dovrà fissare i paletti per chi potrà o meno iscriversi negli 'elenchi speciali'. Chiediamo a tutte le forze politiche, a partire da quelle di maggioranza - concludono i fisioterapisti - che la norma venga abrogata o pesantemente modificata in prossimi provvedimenti parlamentari urgenti. La battaglia per il rispetto della legalità e la tutela della salute dei cittadini è ancora aperta. Siamo pronti a tutto, anche a scendere in piazza se necessario - avvertono i fisioterapisti - Ma, soprattutto, a informare i cittadini dell' attentato alla loro salute che si sta compiendo".

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