Stimolare il cervello fin dall'infanzia protegge la memoria da anziani
La capacità intellettiva a 20 anni è predittiva del rischio di deficit cognitivi in età anziana: maggiori sono le abilità mentali (memoria, ragionamento, fluidità nel linguaggio etc) di un ventenne, minore sarà il suo rischio di sviluppare deficit cognitivi patologici dopo i 60. Lo rivela una ricerca svolta su oltre 1000 individui da scienziati della University of California San Diego School of Medicine. Lo studio, pubblicato sulla rivista PNAS, suggerisce che quindi bisogna agire presto sin dall'infanzia per stimolare le abilità mentali; rivela inoltre che elevati livelli di istruzione, lavori complessi e attività che tengono attiva la mente nell'adulto hanno in realtà un ruolo vantaggioso minoritario sul rischio futuro di demenza.
Gli esperti hanno inizialmente studiato le abilità mentali dei partecipanti quando tutti avevano 20 anni. Poi le hanno riesaminate più volte negli anni a venire. I ricercatori hanno visto così che differenti abilità mentali di individui a 20 anni spiegano il 40% delle differenze in termini di capacità cognitive dopo i 60 anni. Per contro i livelli di istruzione e il tipo di occupazione e il cimentarsi in attività mentali (come cruciverba, letture etc) da adulti pesano solo per l'1% sulle future abilità cognitive. "Il nostro studio - concludono gli autori - suggerisce che per potenziale la riserva cognitive e ridurre il rischio di declino cognitivo bisogna garantire un migliore accesso all'istruzione di qualità in infanzia e adolescenza".
fonte: pnas
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