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Epatite C: superfarmaci abbassano il rischio di morte e di tumori

Infettivologia Redazione DottNet | 13/02/2019 14:09

Esaminati i dati di circa 10mila pazienti che soffrivano di epatite C cronica seguiti in media per circa tre anni

 Il trattamento con i 'superfarmaci' contro l'epatite C in chi ha la forma cronica della malattia riduce il rischio di tumori di oltre il 30%, e quello di morte prematura del 52% rispetto ai pazienti che non li assumono. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Lancet, il primo a verificare sul campo gli effetti delle nuove terapie, introdotte da pochi anni, i cui risultati confermano la raccomandazione di offrire la terapia a tutti i malati. I ricercatori della Sorbona di Parigi hanno analizzato i dati di circa 10mila pazienti che soffrivano di epatite C cronica seguiti in media per circa tre anni, di cui tre quarti trattati con i nuovi farmaci. Anche in un sottogruppo di circa tremila persone con cirrosi, affermano gli autori, si sono visti gli stessi effetti positivi.

"Esaminare una coorte così grande ha dato l'opportunità di valutare gli effetti a lungo termine della terapia - spiega Fabrice Carrat, uno degli autori -.

Abbiamo visto una riduzione del rischio di complicazioni legate alla malattia e di morte, e crediamo che queste terapie dovrebbero essere prese in considerazione per tutti i pazienti con un'infezione cronica da epatite C". L'efficacia della terapia era stata messa in dubbio recentemente da una pubblicazione della Cochrane Library, secondo cui non c'erano sufficienti evidenze proprio sugli effetti a lungo termine. "Questi risultati - scrive Raymond Chung, direttore del Liver Center del Massachusetts General Hospital, in un editoriale di accompagnamento - contraddicono fermamente quelli della Cochrane".

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fonte: lancet

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