E' l'unico studio sugli esiti cardiovascolari di un inibitore della dipeptidil peptidasi 4 (inibitore di Dpp-4) ad avere come confronto un farmaco attivo
Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly annunciano che lo studio Carolina* (CARdiovascular Outcome study of LINAgliptin versus glimepiride in patients with type 2 diabetes) ha raggiunto l' endpoint primario, definito come non-inferiorità di linagliptin rispetto a glimepiride, in termini di tempo intercorso al primo evento di mortalità per cause cardiovascolari, infarto del miocardio non-fatale o ictus non-fatale (Mace-3). I risultati completi dello studio verranno presentati il prossimo 10 giugno in occasione del 79° congresso dell' American Diabetes Association a San Francisco. Unico studio sugli esiti cardiovascolari di un inibitore della dipeptidil peptidasi 4 (inibitore di Dpp-4) ad avere come confronto un farmaco attivo, lo studio Carolina ha valutato la sicurezza cardiovascolare di linagliptin (5mg una volta/die) rispetto alla sulfanilurea glimepiride, in aggiunta allo standard terapeutico, in 6.
Il profilo di sicurezza complessivo dimostrato da linagliptin nello studio Carolina è stato in linea con quello riscontrato in studi precedenti, e non sono emerse nuove segnalazioni riguardo alla sicurezza. "Molte linee guida raccomandano l' utilizzo precoce di una terapia antidiabetica per ottenere benefici cardiovascolari - dichiara Waheed Jamal, corporate vice president e responsabile Area Cardiovascolare & Metabolica di Boehringer Ingelheim - Quando vengono considerate altre terapie, come gli inibitori di Dpp-4, in soggetti con diabete di tipo 2, i medici hanno necessità di avere a disposizione opzioni con un consolidato profilo di sicurezza di lungo termine. I risultati di Carolina estendono le conoscenze sulla sicurezza cardiovascolare di lungo termine di linagliptin, che ad oggi può contare su un' ampia base di dati fra le più complete in termini di sicurezza cardiovascolare per un inibitore di Dpp-4". "Questi dati forniscono ulteriore fiducia al profilo consolidato di sicurezza e tollerabilità di linagliptin, come terapia per adulti con diabete di tipo 2", aggiunge Jeff Emmick, vice president, Sviluppo di prodotto di Lilly Diabetologia.
Lo studio, riportato nell'articolo dell’ International Journal of Molecular Sciences, si deve al Systems Biology Group Lab dell’Ateneo di Roma, diretto dal prof. Mariano Bizzarri, in collaborazione con la Aurora Biosearch di Bollate
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