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Veneto: via libera all'assunzione di medici in pensione

Professione Redazione DottNet | 26/03/2019 18:41

Il provvedimento contro la carenza di camici bianchi. I commenti di Fnomceo e Anaao

La Giunta regionale del Veneto ha approvato oggi una delibera "che assegna ai direttori generali delle Ullss la possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo ai medici in pensione per fronteggiare la carenza di organici che, nel solo Veneto, è calcolata in 1.300 camici bianchi (56.000 è la stima a livello nazionale)". Il provvedimento - simile a quello approvato in Molise nelle settimane scorse - è stato illustrato dal presidente della Regione, Luca Zaia, durante una conferenza stampa.

"Apriamo in concreto alla possibilità di riportare in ospedale professionisti sicuramente capaci che, magari, avevano lasciato con dispiacere il loro lavoro. Con questo atto, che qualcuno potrebbe ritenere estremo - ha affermato il Governatore - in realtà rispondiamo alla priorità numero uno, che è quella di curare al meglio i malati, basandoci su un presupposto anche giuridicamente solido: rispettare la Costituzione erogando tutti i Livelli essenziali di assistenza e evitare il configurarsi dell' interruzione di pubblico servizio".

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A gestire la nuova possibilità saranno i direttori generali delle Ullss, sulla base delle carenze riscontrate nelle loro strutture. In particolare la delibera prevede che le aziende ed enti del Ssr "possono conferire incarichi individuali con rapporto di lavoro autonomo a medici già collocati in quiescenza qualora risulti oggettivamente impossibile disporre assunzioni di personale medico dipendente - precisa la Regione - risulti parimenti impossibile, in subordine, stipulare contratti di lavoro autonomo con personale medico non ancora in quiescenza; l' incarico sia necessario per garantire i livelli essenziali di assistenza, pena interruzione di pubblico servizio". "Sia chiaro - ha tenuto a sottolineare Zaia - che prima di tutto diciamo largo ai giovani ma se, come in questo caso, non ce ne sono abbastanza, le cure vanno garantite lo stesso, con ogni mezzo, perché questa è una crisi epocale, causata da una programmazione nazionale sbagliata in più parti".

"E' un errore il numero chiuso nelle facoltà di medicina, dove i nuovi medici non si possono decidere con un quiz, ma vanno creati con la formazione esame dopo esame. E' sbagliata e carente la distribuzione nazionale delle borse di specialità. E' sbagliato, ma in questo caso occorre un intervento legislativo nazionale, non pensare alla formazione degli specializzandi in corsia", commenta Zaia. "La delicatezza della situazione è dimostrata dai dati elaborati fino al 15 marzo da Azienda Zero: a fronte di 246 posti messi a concorso da ottobre, i candidati in graduatoria sono risultati soltanto 118, con una differenza in negativo di 128. A questi, vanno aggiunti altri 86 posti il cui concorso è in fase di espletamento, ulteriori 19 i cui concorsi sono in fase di pubblicazione in Gazzetta, altri 301 con i concorsi in fase d' indizione", avverte la Regione Veneto. "Ciò significa - fa notare Zaia - che, se vi fosse una sufficiente adesione ai concorsi, in questo momento, la Regione Veneto sarebbe pronta a contrattualizzare in breve tempo 652 medici. Oggi - ha aggiunto il governatore - siamo invece al punto che non si riescono a reperire i medici sufficienti nemmeno facendo scorrere le graduatorie e che una chiamata dell' Azienda Zero per 80 medici di pronto soccorso ha avuto una decina di adesioni. Questa è la realtà - ha concluso Zaia - che stiamo cercando di affrontare, risolvendo prima di tutto l' emergenza contingente, ma qualcosa deve cambiare in fretta, soprattutto a livello di normative nazionali, perché se la nostra delibera di oggi dovesse finire per stabilizzarsi nel tempo sarebbe una sconfitta per tutti".

Il commento della Fnomceo

"L' utilizzo di medici in pensione credo rappresenti il preludio del default del nostro Servizio sanitario nazionale". E' il commento di Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri). Una risoluzione che segue quella presa alcuni giorni fa dal Molise, e che, secondo Anelli, "non è altro che la cronaca di una morte annunciata: quella del Ssn". "Queste delibere non ci stupiscono - spiega il presidente Fnomceo - Già alcuni anni fa, come Ordine dei Medici di Bari, lanciammo una campagna che, con un pizzico di provocazione, profetizzava che saremmo stati presto curati da medici centenari. Non è più il tempo di misure tampone - continua Anelli -decisioni come queste possono essere accettabili se si ragiona in termini globali, altrimenti diventano pannicelli caldi. La soluzione è una e una sola: mettere ai primi posti dell' agenda politica la sanità".

"Occorre un finanziamento straordinario, un vero e proprio 'Piano Marshall' per sostenere il Servizio sanitario nazionale - auspica Anelli - finanziando la formazione post lauream, migliorando le condizioni di lavoro del personale sanitario e colmando le disuguaglianze. Diamo subito diecimila borse ai medici intrappolati nell' imbuto formativo - esorta - e, tra cinque anni, avremo diecimila tra specialisti e medici di medicina generale, risolvendo in parte la carenza che già oggi fa sentire i suoi primi effetti, e che sta per diventare drammatica". Saranno infatti, 16.500, secondo le proiezioni del sindacato Anaoo-Assomed, gli specialisti che mancheranno all' appello nel 2025.  "I direttori generali di Asl e Ospedali faticano a trovare personale - continua Anelli - come sempre meno medici vogliano entrare nel Servizio sanitario nazionale, che rischia dunque il collasso. Serve più attrattività per il pubblico: occorre il rinnovo rapido del contratto nazionale, maggiore meritocrazia e maggior rispetto per l' autonomia dei medici, anche attraverso la riduzione dell' influenza della politica nella scelta dei ruoli apicali della professione". "Il terzo obiettivo specifico del piano Marshall per la sanità, presupposto indispensabile a ogni progetto di autonomia - conclude - è la riduzione delle disuguaglianze tra le regioni e, in maniera particolare, del divario in termini di strutture, personale, mezzi e ricerca. Occorre agire, e agire subito: le risposte non sono più rinviabili, o ci ritroveremo prima curati da medici centenari, poi senza medici e, alla fine, senza Ssn".

Anaao, prima i concorsi

Quella approvata dalla Regione Veneto "è una non soluzione perché significa posticipare un problema. In ogni caso, prima di assumere i pensionati le Regioni dovrebbero fare i concorsi. Inoltre nell' ultima legge di bilancio è prevista la possibilità di far partecipare ai concorsi anche gli specializzandi in Medicina dell' ultimo anno: ricordo che sono 6.200". Così Carlo Palermo, segretario nazionale dell' Anaao Assomed, commenta all' Adnkronos Salute l' annuncio del Governatore del Veneto Luca Zaia. Il Veneto arriva dopo il Molise che ha varato un provvedimento simile. Un trend che, secondo il sindacato dei medici dirigenti, "denota una pessima programmazione. Abbiamo diffidato le Regioni che avevano fatto i bandi di concorso senza prevedere la possibilità di far partecipare gli specializzandi dell' ultimo anno". Ma i pensionati sarebbero pronti a indossare di nuovo il camice e tornare a fare turni? "Non credo proprio che saranno così disponibili - conclude il segretario - il fenomeno che osserviamo è una fuga dal lavoro perché le condizioni sono gravose, fare le notti a 65 anni è davvero duro e pesante".

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