Legami stretti di famiglia fanno rallentare l'accesso alle cure
Gli studiosi lo hanno già classificato come "il paradosso dell'ictus": più le famiglie hanno un legame stretto tra loro e più quelli che soffrono della patologia hanno difficoltà ad avere cure tempestive. Infatti dietro a tutto questo c'è la rete sociale: più è stretta e più si ritarda la ricerca dell'intervento ospedaliero. Ad arrivare a queste conclusioni sono arrivati i ricercatori del Brigham and Woman's Hospital di Boston (Usa) in uno studio pubblicato su Nature Communications. Ogni anno nei soli Stati Uniti 795.000 persone hanno un ictus e circa il 70% di loro arriva in ospedale più di sei ore dopo l'insorgenza dei sintomi. Così i ricercatori hanno deciso di esaminare in che modo le reti sociali possono influenzare i ritardi nei tempi di arrivo per i pazienti che presentano i sintomi di un ictus.
Paradossalmente, hanno scoperto che i pazienti con reti sociali più strette (inclusi familiari e coniugi), erano più propensi a ritardare la ricerca di cure, mentre quelli con una rete di conoscenze meno strette erano più propensi a cercare assistenza più velocemente.
fonte: Nature Communications
All'Irccs Negrar, sostituirà il 50% dei test invasivi come la coronagrafia
Un sistema digitale in grado di replicare il comportamento dell’aorta del paziente in modo personalizzato e predittivo
Dall’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità2, un quarto degli italiani (25,6%) soffre di ipercolesterolemia e nel corso dell’anno sono circa 400mila le ospedalizzazioni per eventi cardiovascolari
Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Heart, che ha esaminato oltre 170 casi
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Commenti