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Ictus e cure tempestive: ricerca Usa sul "paradosso"

Cardiologia Redazione DottNet | 28/03/2019 09:25

Legami stretti di famiglia fanno rallentare l'accesso alle cure

Gli studiosi lo hanno già classificato come "il paradosso dell'ictus": più le famiglie hanno un legame stretto tra loro e più quelli che soffrono della patologia hanno difficoltà ad avere cure tempestive. Infatti dietro a tutto questo c'è la rete sociale: più è stretta e più si ritarda la ricerca dell'intervento ospedaliero. Ad arrivare a queste conclusioni sono arrivati i ricercatori del Brigham and Woman's Hospital di Boston (Usa) in uno studio pubblicato su Nature Communications. Ogni anno nei soli Stati Uniti 795.000 persone hanno un ictus e circa il 70% di loro arriva in ospedale più di sei ore dopo l'insorgenza dei sintomi. Così i ricercatori hanno deciso di esaminare in che modo le reti sociali possono influenzare i ritardi nei tempi di arrivo per i pazienti che presentano i sintomi di un ictus.

Paradossalmente, hanno scoperto che i pazienti con reti sociali più strette (inclusi familiari e coniugi), erano più propensi a ritardare la ricerca di cure, mentre quelli con una rete di conoscenze meno strette erano più propensi a cercare assistenza più velocemente.

Per lo studio sono stati esaminati 175 pazienti entro 5 giorni dall'ictus. Il team di ricerca si è concentrato sui pazienti con sintomi più lievi perché questa popolazione è a più alto rischio di ritardo nelle cure e perché sono stati più in grado di impegnarsi in un sondaggio durante il ricovero in ospedale. Gli autori hanno concluso che un passaggio dall'educazione di massa sui sintomi dell'ictus a un approccio più mirato può aiutare a ridurre i ritardi. Una delle soluzioni individuate è quella di identificare i pazienti a rischio e insegnare loro quali siano i sintomi aiutandoli poi a sviluppare un piano d'azione che può includere anche il coinvolgimento di un 'amico designato'

fonte: Nature Communications

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