Oltre 10 mila i medici bloccati nel cosiddetto imbuto formativo, dovuto al gap tra i medici che si laureano e quelli che possono accedere ai posti
Diecimila borse di specializzazione da chiedere subito al Governo per assorbire l' imbuto formativo. E 10 punti per mettere in sicurezza il Servizio sanitario nazionale. Sono le proposte dalla prima giornata degli Stati generali della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, dedicata alle istanze dei giovani professionisti, che si è tenuta ieri a Roma. Un incontro promosso dall' Osservatorio giovani medici e odontoiatri della Fnomceo e aperto alle sigle sindacali e alle associazioni più rappresentative. "Rinnoviamo l' appello lanciato ieri al Governo: ci dia, già da quest' anno, 10 mila borse per specializzare i nostri giovani medici", ha ribadito il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. "Il Governo - ha aggiunto - deve investire sui giovani medici, sull' incremento delle loro competenze.
Sono più di 10 mila i medici intrappolati oggi nel cosiddetto imbuto formativo, dovuto al gap tra i medici che si laureano e quelli che possono accedere ai posti, del tutto insufficienti, nelle Scuole di specializzazione e al Corso per la Medicina generale.
"Anche solo immaginare la possibilità di creare delle figure professionali 'di serie B', con un nuovo inquadramento e con mansioni 'magari inferiori', è un' ipotesi che va contro la dignità della professione e la tutela della adeguata qualità del Ssn per i cittadini", ha commentato Alessandro Bonsignore, coordinatore dell' Osservatorio giovani professionisti della Fnomceo . "Tutti i colleghi presenti - ha riferito - hanno sottolineato la necessità di completare il corso di studi con la laurea e la formazione post laurea, in conformità con quanto avviene negli altri Paesi europei. E' questo è possibile solo con un numero adeguato di borse". Questi i 10 punti proposti all' unanimità dai giovani medici:
1) Mantenere il numero programmato per l' accesso ai corsi di laurea;
2) Aumentare le borse per la formazione specialistica e specifica in Medicina generale;
3) Recuperare le borse perse per abbandono dei corsi di specializzazione;
4) Potenziare il ruolo degli Osservatori regionali e nazionale per il controllo di qualità della formazione specialistica;
5) Vigilare affinché le Regioni provvedano a un reale calcolo dei fabbisogni per territorio e per specialità;
6) Implementare la formazione su salute globale, cooperazione, universalismo, equità al fine di adeguare le competenze del medico alla nuova società. Ancora:
7) Riflettere sulle ricadute del regionalismo differenziato e dell' integrazione pubblico-privato;
8) Migliorare la qualità della formazione e renderla omogenea; arricchirla con esperienze nell' ambito di una rete formativa ampia e non limitata alla sede di formazione; istituire il curriculum formativo nazionale;
9) No a sanatorie per l' ingresso nel mondo del lavoro di medici non completamente formati; sì a una revisione dei contratti per aumentare l' attrattivita del pubblico rispetto al privato;
10) Ampliare la rappresentatività dei giovani professionisti a livello istituzionale.
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