"Noi siamo settore che produce vita, produce valore, farmaci e per portare avanti tutte queste attività ci servono le competenze mediche"
L' Italia cerca scopritori di nuove cure. E dunque i medici servono non più solo in corsia, ma anche nel settore farmaceutico. E' l' appello del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, agli studenti di medicina dell' Università Campus Bio-Medico di Roma, emerso dall' incontro di oggi 'Il farmaco dalla ricerca di base alla terapia: sinergie tra accademia e impresa sulle nuove prospettive occupazionali del settore farmaceutico'. Un settore, quello farmaceutico, che conta 65.400 occupati diretti e altrettanti nell' indotto, molti dei quali sotto i 35 anni e con una forte presenza femminile. Dal 2018 l' industria farmaceutica italiana ha raggiunto i vertici delle classifiche in ambito europeo per la produzione e, dopo le crisi degli ultimi anni, continua a vivere una stagione di crescita fatta di dinamismo e innovazione continua.
"Noi siamo settore che produce vita, produce valore, farmaci e per portare avanti tutte queste attività ci servono le competenze mediche", ha affermato Scaccabarozzi. "Se è vero che oggi il 65% dei bambini che frequenta la scuola elementare inizia a studiare per una professione che ancora non esiste - ha ricordato Giorgio Minotti, preside della Facoltà dipartimentale di Medicina e Chirurgia dell' Università Campus Bio-Medico - è pur vero che oggi molti dei nostri studenti non sanno che possono percorrere delle strade professionali che già esistono e attendono di essere imboccate. Il medico quindi non è più solo quello in camice bianco, ma può diventare uno scopritore di possibilità di cura. Ed ecco allora che si aprono una serie di bivi professionali, che spesso però i nostri studenti non conoscono".
Sono soprattutto le direzioni scientifiche e della ricerca le figure più richieste dalle industrie del farmaco. "Abbiamo difficoltà a trovare proprio medici - ha proseguito il presidente di Farmindustria - perché spesso i laureati in Medicina sono spaventati dalla mancanza dell' attività clinica, non sapendo che si può esercitare anche da noi. Infatti, nelle nostre aziende portiamo avanti proprio progetti di ricerca clinica. Per chi decide di entrare a far parte di questo mondo, dunque, ci può essere la possibilità di essere coinvolti in qualcosa di meraviglioso che porta a donare più tempo alla vita e più vita al tempo per i malati che stanno aspettando una cura". Non solo medici, però. Tutte le figure scientifiche sono chiamate a dare il loro contributo nella ricerca farmaceutica.
Come ha sottolineato Alessandro Mugelli, presidente della Società italiana di farmacologia, "nella ricerca del farmaco c' è spazio per persone che hanno conoscenze nel campo della biologia e della chimica, gli spazi sono tantissimi. Si va dall' identificazione di nuovi principi attivi, alla farmacogenomica che sta rivoluzionando il mondo della terapia". Un mondo, quello dell' industria del farmaco, che oggi ha aperto le sue porte agli studenti dell' Università Campus Bio-Medico e che trova nei laboratori di ricerca dell' ateneo romano e nel suo Policlinico universitario un ambiente che vive a stretto contatto con le dinamiche di sviluppo e innovazione delle nuove cure e dei nuovi dispositivi per le diagnosi e le terapie.
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