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Sms-spot su risarcimenti malasanità, è bufera. Wind Tre li blocca

Professione Redazione DottNet | 10/05/2019 18:52

Dopo la lettera inviata dalla Fnomceo, "il Governo dia regole certe"

Quella che i medici hanno vissuto come una pesante provocazione, come anticipato da Dottnet ieri, è arrivata due giorni fa via sms e su Whatsapp, e proprio mentre stavano lavorando in ospedale. Un messaggio con la pubblicità di studi legali su risarcimenti per casi di malasanità, con l'offerta di valutazioni 'senza costi'. Immediata la reazione dei camici bianchi, così come la risposta di Wind Tre che ha deciso di sospendere la pubblicità di SportelloLegaleSanità.

A denunciare la vicenda e sottolineare il paradosso che quegli spot arrivassero anche sui telefoni dei medici clienti del gestore telefonico Wind Tre è stato, coem si ricorderà, Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato CoAS Medici Dirigenti: "Come se non bastassero i quotidiani disagi lavorativi, ora si aggiunge pure la pubblicità a basso costo dei gestori telefonici a favore di studi legali e contro i camici bianchi", ha scritto in una nota. E ha aggiunto: "Questo è il segno di un grave malessere della società: due categorie di professionisti che si armano l'una contro l'altra". Dura la reazione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), che ha scritto subito una lettera alla Wind-Tre chiedendo l'immediata interruzione della campagna. Oltre che sollecitare con urgenza "l'intervento del ministro della Salute e dell'intero governo con un intervento legislativo che ponga un argine a messaggi distorti e dannosi".

pubblicità

La risposta del gestore telefonico non si è fatta attendere e con una telefonata personale al presidente di Fnomceo Filippo Anelli, il direttore public affairs, internal & external communication di Wind Tre Massimo Angelini ha annunciato la sospensione degli sms. In mattinata, prima che arrivasse la decisione di Wind, i senatori del Pd Bruno Astorre, Vincenzo D'Arienzo e Salvatore Margiotta della commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni di Palazzo Madama hanno presentato un'interrogazione indirizzata ai ministri Di Luigi Maio, Alfonso Bonafede e Giulia Grillo. Nell'interrogazione viene anche preannunciato un esposto all'Agcom, all'Autorità garante della Privacy, all'Antitrust e al Consiglio Nazionale Forense per verificare se la campagna pubblicitaria rispetti le norme e il codice etico e se poteva essere autorizzata. "Nel rispetto delle prerogative della libertà professionale e delle norme che consentono agli studi legali di poter fare pubblicità, crediamo - hanno scritto i parlamentari del Pd - sia da condannare il voler con ogni mezzo attrarre nuovi clienti creando un clima di frizione, anzi di scontro e delegittimazione nei confronti di altre categorie professionali come sono i medici di base ed i chirurghi. Una campagna che, inoltre, crea illusioni e mette ancora più pressione sul Sistema sanitario nazionale".

Bene lo stop agli sms-spot, "ma è evidente che vi è la necessità di un intervento organico e normativo che metta dei paletti per la tutela di chi opera nel sistema sanitario", scrive in un comunicato il presidente dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (ACOI), Pierluigi Marini. In dicembre dure proteste aveva provocato la pubblicità di una società privata, che offriva assistenza per ottenere risarcimenti in caso di errori sanitari negli ospedali, trasmessa su alcune reti televisive tra cui la Rai. Dopo la levata di scudi della categoria dei medici, lo spot fu sospeso dalla tv pubblica e successivamente da quelle private.

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