Richiamo di Strasburgo sull'omogeneità dei medici sul territorio
L'obiezione di coscienza, a cui ha fatto riferimento il Papa nei giorni scorsi, in Italia resta il nodo ancora non sciolto dell'applicazione della Legge 194 sull'aborto, entrata in vigore 40 anni fa. Stando infatti agli ultimi dati disponibili, contenuti nella Relazione del Ministro della Salute sull'attuazione della Legge 194/78, la percentuale di medici obiettori rispetto all'interruzione volontaria di gravidanza (ivg) è pari tra i ginecologi al 68,4%: praticamente 7 su 10 sono obiettori.
Il Comitato, che ha basato la sua valutazione sulle informazioni fornite dal governo italiano nel 2018, ha chiesto informazioni all'Italia sulle misure introdotte per ridurre le disparità, sia sull'accesso delle donne all'interruzione di gravidanza, che per assicurare una distribuzione più omogenea dei medici non obiettori sull'intero territorio nazionale. "L'Italia - ha scritto inoltre il Comitato - non ha dato informazioni sulle misure prese per prevenire atti di molestia morale contro i medici non obiettori di coscienza". Katrine Thomasen, del Center for Reproductive Rights, coautrice del rapporto del 2018 del Guttmacher Institute Usa ha sottolineato che "la legge impone un obbligo legale alle autorità di garantire alle donne l'accesso ai servizi". "Tuttavia nella pratica - ha continuato Thomasen - spesso le donne hanno grandi difficoltà: c'e' un numero insufficiente di personale non obiettore in molte regioni e strutture".
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