
"Ormai è riconosciuta come patologia. Servono più medici formati"
E' ormai riconosciuta come una vera patologia. E' la malattia del dolore, ovvero forme di dolore cronico incontenibili: ad esserne colpiti sono 6 milioni di italiani, tra i quali almeno 35mila sono bambini. Una condizione che non coinvolge solo malati oncologici terminali, perchè la 'malattia del dolore' riguarda anche moltissimi pazienti con malattie genetiche, cronico-degenerative e respiratorie. Da 9 anni, in Italia ottenere il sollievo dal dolore evitabile è un diritto sancito dalla legge 38, ma ancora tante sono le criticità sul territorio. Per ribadire l'importanza dell'accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative torna, domenica 26, la Giornata del Sollievo.
Giunta alla sua 18/ma edizione, la Giornata è promossa e patrocinata dal ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome e dalla Fondazione Gigi Ghirotti: oltre 160 saranno le iniziative in tutta Italia con incontri pubblici, visite gratuite in ambulatori di terapia del dolore, stand di volontari nelle piazze e corsi di formazione per operatori sanitari.
E poi: "In alcune strutture - evidenzia il ministro - ci sono tempi di attesa di una settimana per l'ammissione ai protocolli di cura, tempi inammissibili quando ci troviamo a fronteggiare le fasi terminali di una malattia o casi di estrema gravità. inoltre, ogni operatore sanitario dovrebbe ricevere durante il percorso formativo un'adeguata e avanzata formazione: la rilevazione del dolore dovrebbe essere sempre uno dei parametri nelle cartelle cliniche dei pazienti". Insomma, la svolta culturale - punto sul quale insiste Grillo - deve essere chiara: non si può più pensare che la riduzione del dolore sia qualcosa 'in più' da concedere al malato. Da qui anche l'impegno del coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta: "Lavoreremo perchè le reti per la terapia del dolore diventino effettive in tutta Italia".
In questo senso, ha osservato il sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi, "vanno anche implementate le partnership pubbico-privato, ma la vera sfida resta la riorganizzazione della medicina sul territorio". Della stessa opinione anche il presidente della commissione Sanità Giampaolo Sileri, secondo il quale "il nodo è assicurare le cure a domicilio e sul territorio, perchè l'ospedale non basta". quanto alle risorse, afferma, "si trovano, basta riorganizzare il Sistema sanitario e tagliare gli sprechi". Insomma, "prima di parlare di eutanasia - è il monito di Sileri - alleviamo la sofferenza dei pazienti: se un malato chiede di morire spesso è perchè non può vivere la malattia dignitosamente e senza dolore".
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