Il contributo di fumo o colesterolo supera la predisposizione genetica
Sono gli stili di vita sbagliati come il fumo e il colesterolo alto il rischio maggiore per la salute delle coronarie, anche quando c'è una predisposizione genetica ad avere una coronaropatia. Lo ha scoperto uno studio presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia (Esc), secondo cui non è affatto inevitabile l'insorgere della malattia anche in chi ha una predisposizione familiare. La ricerca ha studiato 1075 pazienti sotto i 50 anni, e i fattori di rischio, sia quelli legati allo stile di vita che quelli genetici, sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo di 520 volontari sani. A tutti sono stati fatti dei test genetici e sono stati analizzati cinque comportamenti a rischio, fumo, inattività, colesterolo, pressione e diabete.
Tre quarti dei pazienti avevano almeno tre dei fattori di rischio legati agli stili di vita, e in entrambi i gruppi la probabilità di sviluppare una coronaropatia aumentava esponenzialmente ad ogni fattore in più. Per chi ne aveva uno solo era tre volte più alto, con due era sette volte e con tre 24 volte. Nei pazienti era anche maggiore la presenza di una o più varianti del genoma associate al rischio cardiovascolare. "Questo dimostra che la genetica contribuisce alle coronaropatie - spiega Joao Sousa, l'autore principale -. Tuttavia, nei pazienti con due o più fattori di rischio modificabili, il Dna ha un ruolo molto meno decisivo".
SIN e SICP promuovono il latte materno e il latte umano donato anche per i piccoli cardiopatici
Al via CVrisk-IT in tutta Italia. Filippo Magnini testimonial
Affetto da scompenso cardiaco avanzato, Dario tornerà presto a casa
L'utilizzazione della telemedicina ha ridotto il numero di ospedalizzazioni e mortalità per insufficienza cardiaca di circa il 15%
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Commenti