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Immunoterapia contro il mesotelioma pleurico: da Siena il primo studio

Farmaci Redazione DottNet | 02/10/2019 11:45

Il 41% dei pazienti ha ottenuto un ulteriore controllo della malattia e un vantaggio significativo in sopravvivenza

E' partito da Siena il primo studio al mondo di 're-challenge' nel mesotelioma pleurico, cioè il ritrattamento di questo grave tumore della pleura con agenti immunoterapici. E i dati sono positivi: il 41% dei pazienti ha ottenuto un ulteriore controllo della malattia e un vantaggio significativo in sopravvivenza. La novità arriva dal team del Cio (Centro di immuno-oncologia) dell' Azienda ospedaliero-universitaria Senese, diretto da Michele Maio, e i risultati sono stati presentati a Barcellona dall' oncologa Luana Calabrò, nel corso del meeting Esmo (Società europea di oncologia medica). Questo nuovo studio parte dal Nibit-meso-1, primo trial al mondo che ha valutato l' associazione di due anticorpi immunomodulanti nel trattamento del mesotelioma: un anti-Ctla-4, tremelimumab, ed un anti-Pd-L1, durvalumb.

Uno studio completamente made in Italy, disegnato e promosso dalla Fondazione Nibit - Network italiano per la bioterapia dei tumori, e svolto nell' Aou Senese in pazienti con mesotelioma pleurico o peritoneale, alla diagnosi o dopo fallimento di una prima linea di chemioterapia.

"Lo studio - spiega Maio - è stato disegnato fin dall' inizio per quei pazienti trattati nel trial Nibit-meso-1 che presentavano due caratteristiche fondamentali: il raggiungimento di una risposta o stabilità di malattia al trattamento immunoterapico, e successivamente lo sviluppo della resistenza al trattamento con una progressione di malattia. Si tratta di uno studio unico e importante anche considerando che, a oggi, non vi sono sperimentazioni attive al mondo focalizzate al ritrattamento del mesotelioma, così come in molti altri tipi di tumore, con agenti immunoterapici". 

"Questo studio - spiega Calabrò - apre prospettive importanti nel panorama terapeutico del mesotelioma, in quanto suggerisce la possibilità di poter utilizzare efficacemente gli stessi agenti terapeutici in pazienti selezionati, ottenendo un ulteriore beneficio clinico. Ricordiamo - prosegue - che i dati finali dello studio Nibit-meso-1, avevano evidenziato che su 40 pazienti arruolati, 11 avevano ottenuto una risposta clinica e 26 la stabilizzazione della malattia. Quindi, valutate tutte le caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti, ne abbiamo ritrattati con gli stessi agenti immunoterapici 17, che rispondevano ai criteri per accedere al re-challenge e, di questi, ben il 41% ha ottenuto un ulteriore controllo della malattia e un vantaggio significativo in sopravvivenza, con oltre 25 mesi di mediana di sopravvivenza globale, rispetto a meno di 10 mesi nei pazienti che non erano stati ritrattati".

"Riuscire ad aumentare la sopravvivenza - conclude Calabrò - è un risultato molto importante, considerando anche che il mesotelioma, tumore molto aggressivo, legato all' esposizione all' amianto e che colpisce in Italia oltre 2.700 persone, con 1.900 nuove diagnosi ogni anno, è gravato da una prognosi molto sfavorevole e da limitate opzioni terapeutiche di provata efficacia clinica". 

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