dottnet.menu.canale dottnet.menu.minisito dottnet.menu.ecm

Nel pomodoro un alleato della fertilità maschile

Nutrizione Redazione DottNet | 11/10/2019 15:25

E' il licopene, che migliora la qualità degli spermatozoi

I pomodori possono essere d'aiuto per migliorare la fertilità maschile: il licopene, sostanza antiossidante di cui sono ricchi, aumenta infatti la qualità degli spermatozoi. Lo spiegano i ricercatori dell'università di Sheffield in uno studio pubblicato sull'European Journal of Nutrition.   Dalla ricerca è emerso che l'equivalente di due cucchiaini di concentrato di pomodoro al giorno come integratore migliorano la qualità degli spermatozoi. E' stato utilizzato un integratore a base di lactolicopene perchè quello assunto mangiando i pomodori è più difficile da assorbire e i partecipanti avrebbero dovuto mangiare ogni giorno 2 chili di pomodoro cotto per assumere l'equivalente di licopene.

  Lo studio è stato condotto su 60 volontari ai quali sono stati somministrati 14 milligrammi di integratore o un placebo; i loro spermatozoi sono stati analizzati all'inizio, a metà e alla fine della sperimentazione.

E' emerso così che concentrazione, qualità e motilità degli spermatozoi erano più alte in chi aveva preso l'integratore. "Al momento non ci sono molti consigli che possiamo dare agli uomini - commenta Liz Williams, coordinatrice della ricerca - a parte raccomandare di ridurre il consumo di alcol e avere una dieta sana. Questo è un piccolo studio e dobbiamo ripeterlo su un campione più vasto, ma i risultati sono incoraggianti. Il prossimo passo sarà provare il licopene in uomini con problemi di fertilità e vedere se hanno miglioramenti simili".

pubblicità

fonte: European Journal of Nutrition

dottnet.title.comments

dottnet.article.related

In Italia 3 milioni con dca. Aiuto da terapia dello specchio

Analisi, il problema è mangiare troppo, specie cibo industriale

"Non si gioca con la salute delle persone, e non si può trasformare un'area di servizio in una vetrina per cibo dannoso. La prevenzione passa anche da qui: dalla responsabilità di chi comunica"

Documento per ridurre contagi da batteri pericolosi nei fragili

dottnet.article.interested

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

dottnet.article.latest

dottnet.pagina.piuletti