I farmaci utilizzati per le cure hanno una probabilità su sei di causare disturbi compulsivi, rendendo i pazienti ipersessuali, soggetti a dipendenze come il gioco d'azzardo e l'alimentazione incontrollata
Scienziati australiani gettano nuova luce sui possibili e gravi effetti collaterali dei farmaci utilizzati per trattare gli effetti devastanti del morbo di Parkinson. Farmaci che hanno una probabilità su sei di causare disturbi compulsivi, rendendo i pazienti ipersessuali, soggetti a dipendenze come il gioco d'azzardo e l'alimentazione incontrollata. La ricerca del Queensland Institute of Medical Research, pubblicata sulla rivista Brain, ne ha studiato gli effetti diretti sul cervello, aprendo così la strada a trattamenti più efficaci di tali effetti collaterali. Il morbo di Parkinson è una condizione neurale degenerativa che causa sintomi fisici, fra cui i più comuni tremore e disturbi del movimento.
Secondo il neuropsichiatra Philip Mosley che ha guidato la ricerca, poiché la malattia agisce sul cervello, può avere anche effetti comportamentali. Inoltre i principali farmaci usati per trattare la condizione aumentano i livelli di dopamina nel cervello che aggravano il rischio di sviluppare disturbi compulsivi.
"Si tratta di persone che non hanno mai esibito prima tali comportamenti, che hanno contratto un grave disturbo neurovegetativo e ora, in aggiunta hanno sviluppato dipendenze che non possono combattere". Avendo sviluppato un metodo di screening, si tratterà ora di mitigare gli effetti dei farmaci, o di sviluppare trattamenti alternativi, come terapie con elettrodi. "Si tratta di restituire il potere alle persone con il Parkinson, di offrire a loro e alle loro famiglie più informazioni per ché possano prendere decisioni di assistenza medica", sostiene Mosley.
fonte: brain
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