L'ultima versione della bozza chiarisce che oltre agli acquisti in farmacia sono esclusi dall’obbligo di tracciabilità tutte le visite e gli esami effettuati all'interno del Servizio sanitario nazionale
Contanti o carte di credito per pagare cliniche e visite? E che cosa succede con gli specialisti o con i dentisti? Vediamo nel dettaglio che cosa succede secondo la bozza della manovra. Farmaci, dispositivi, visite ed esami in ospedale o in una clinica convenzionata - in intramoenia e quindi nell’ambito dell’Ssn - potranno essere pagati ancora in contanti senza il rischio di perdere la detrazione al 19% nella dichiarazione dei redditi. Tutto il resto invece, a partire dal visite dallo specialista (a esempio il dentista) che opera in regime privato o nei centri analisi privati, dovrà essere pagato con sistemi tracciati (dal bancomat al bonifico) se si vuole l’agevolazione.
La tracciabilità e detrazione
La legge di bilancio prevede infatti – riporta il Sole24ore - che ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, la detrazione dall'imposta lorda nella misura del 19% degli oneri indicati nell’articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi spetta a condizione che l'onere sia sostenuto con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento elettronici. Nella prima versione della manovra la detrazione al 19% sulle spese sanitarie restava anche se si paga in contanti soltanto «per medicinali e dispositivi medici». Ora l’ultima versione chiarisce meglio i connotati della norma: in pratica oltre agli acquisti in farmacia sono esclusi dall’obbligo di ricorrere a sistemi di acquisto tracciabili per avere poi le detrazioni in dichiarazione dei redditi tutte le visite e gli esami effettuati pagando dentro il Servizio sanitario nazionale (a esempio anche i ticket) o nel privato accreditato con il Ssn.
Redditi alti
Tra le altre novità, si legge sul quotidiano economico, c’è anche l’introduzione del taglio delle detrazioni per i redditi più alti. Un taglio che partirà dai 120mila euro di reddito, e sarà progressivo: chi percepisce redditi sopra quella soglia si vedrà ridurre l'importo della detrazione fiscale riconosciuta, che si azzererà totalmente dai 240.000 euro di reddito in poi. Una misura, questa, che però non sarà applicata integralmente per le spese sanitarie. La bozza della legge di bilancio prevede infatti che «la detrazione compete nell’intero importo, a prescindere dall’ammontare del reddito complessivo» per tutte quelle spese sanitarie sostenute «per patologie che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria». In sostanza la detrazione continuerà a scattare anche per i redditi più alti a patto che si tratti di spese per patologie esenti dal ticket.
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Il contributo che si versa è fiscalmente detraibile dalle imposte al 19% fino a circa 1.300 euro l’anno
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